La questione dell’accesso pubblico alla spiaggia di Mondello, Palermo, si configura come un nodo complesso che intreccia diritti fondamentali, interessi economici storici e necessità di una regolamentazione amministrativa aggiornata.
A seguito di un’indagine commissionata dalla Regione Siciliana, la Guardia di Finanza, Sezione Operativa della Stazione Navale, ha elaborato una relazione che analizza il sistema di accessi attualmente in essere, sollevando interrogativi cruciali sulla sua conformità alla normativa vigente e sulla sua effettiva capacità di garantire il diritto di accesso al mare.
L’attuale scenario vede la presenza di sette varchi di accesso pubblico, opportunamente segnalati, affiancati da installazioni dedicate al controllo degli accessi per la clientela pagante, gestite dalla società italo-belga Mondello immobiliare, concessionaria di una porzione significativa della spiaggia da ormai un decennio.
Questa configurazione, caratterizzata dalla coesistenza di accessi liberi e a pagamento, ha generato preoccupazioni e sollevato un dibattito politico, culminato con un ordine del giorno presentato dal deputato regionale Ismaele La Vardera, che invitava l’esecutivo Schifani a intervenire per evitare che l’attuale sistema limitasse il libero godimento della spiaggia da parte dei cittadini.
La relazione della Guardia di Finanza, trasmessa a Regione, Demanio Marittimo e Ministero delle Infrastrutture, si concentra sull’analisi della legalità e della corretta applicazione delle normative in materia di demanio marittimo.
L’indagine, che ha interessato il tratto di spiaggia compreso tra l’Albaria Windsurfing club Mondello e il lido dei Vigili del Fuoco, evidenzia la necessità di chiarire due aspetti fondamentali.
In primis, è indispensabile verificare se i varchi di accesso pubblico e i relativi corridoi di transito siano effettivamente inclusi nell’ambito della concessione rilasciata alla società italo-belga.
In secondo luogo, occorre accertare se le installazioni per il controllo degli accessi, pur apparentemente separate dall’area pubblica, comportino una modifica sostanziale delle opere o delle modalità di esercizio rispetto a quanto previsto negli atti concessori originari e nelle successive integrazioni.
La concessione in sé, datata e ripetutamente rinnovata nel tempo, necessita di un esame approfondito alla luce delle evoluzioni normative e delle nuove esigenze di tutela del diritto di accesso al mare.
L’obiettivo non è quello di contestare a priori la legittimità della concessione, ma di garantirne la corretta applicazione, assicurando che le attività commerciali non pregiudichino il diritto inalienabile dei cittadini di fruire del bene comune che è la spiaggia.
La questione sollevata a Mondello si configura quindi come un caso emblematico che richiede una revisione sistematica del sistema di gestione delle concessioni demaniali, al fine di bilanciare gli interessi economici dei concessionari con il diritto costituzionale di accesso al mare per tutti i cittadini.
La risoluzione di questo contenzioso dipenderà dalla capacità dell’assessorato regionale all’Ambiente di dirimere queste complessità amministrative e di definire un quadro normativo chiaro e coerente.