Quarantaquattro anni e mezzo dopo, una nuova speranza di luce sulla tragica scomparsa di Piersanti Mattarella, figura chiave della politica siciliana e fratello dell’attuale Presidente della Repubblica. La Procura di Palermo, guidata dal procuratore Maurizio De Lucia, ha intrapreso un’indagine tecnologicamente avanzata per estrarre materiale genetico da un’impronta biologica rinvenuta su una Fiat 127, l’autovettura impiegata dai sicari nel giorno dell’omicidio, il 6 gennaio 1980. Questa iniziativa, riportata dal quotidiano online LiveSicilia, rappresenta un tentativo di colmare un vuoto investigativo rimasto aperto per decenni, sfruttando metodologie di analisi del DNA divenute disponibili solo negli anni recenti.L’impronta, isolata immediatamente dopo il delitto, era stata inizialmente considerata di scarsa utilità per l’identificazione degli autori del tragico evento. La sua riesamina, ora possibile grazie alle innovazioni forensi, apre a scenari investigativi inattesi. L’obiettivo è effettuare una comparazione biologica tra il materiale genetico estratto dall’impronta e i profili genetici di Antonio Madonia e Giuseppe Lucchese, due figure chiave nell’ipotesi accusatoria delineata dalla Procura: si tratta di presunti esecutori materiali dell’omicidio, individuati come membri di alto rango all’interno di Cosa Nostra.Le indagini preliminari hanno progressivamente abbandonato la pista che indicava come responsabili due esponenti neofascisti, Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini, focalizzando l’attenzione sulle responsabilità di uomini legati all’organizzazione criminale. Antonio Madonia, descritto in diverse occasioni come l’uomo dagli “occhi di ghiaccio”, figlio del capo mafioso Francesco Madonia, figura di spicco nella potente famiglia di Resuttana, sarebbe stato uno dei killer. Giuseppe Lucchese, appartenente al mandamento di Ciaculli, è ritenuto il conducente della Fiat 127 utilizzata per la fuga dopo l’agguato in via Libertà. Entrambi gli uomini, all’epoca ventotto e ventidue anni, incarnano la spietatezza e la ferocia di un’epoca buia per la Sicilia.L’omicidio di Piersanti Mattarella, figura di riferimento per la Democrazia Cristiana e promossa di un’autonomia regionale più forte, ha scosso profondamente la società siciliana e nazionale. Un complesso sistema di mandanti, già identificati e condannati, include nomi di rilievo della cupola mafiosa, come Totò Riina, Michele Greco, Bernardo Provenzano, Bernardo Brusca, Pippo Calò, Francesco Madonia e Antonino Geraci. Tuttavia, l’identificazione dei diretti esecutori del piano criminoso è rimasta, fino ad oggi, una questione irrisolta, un nodo cruciale per restituire piena giustizia alla memoria di Piersanti Mattarella e alla sua famiglia. L’assegnazione dell’incarico peritale, prevista per il prossimo 12 giugno, rappresenta un passo avanti significativo verso la ricostruzione di una verità rimasta a lungo sepolta, un atto di giustizia tardiva ma potenzialmente rivelatore per comprendere appieno le dinamiche e le responsabilità che si celano dietro uno dei delitti più emblematici della storia italiana.
Nuova speranza per Mattarella: analisi del DNA su Fiat 127
Pubblicato il
