L’analisi del Programma Nazionale per gli Esiti (PNE) 2025, condotta dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), proietta un quadro articolato delle performance delle strutture sanitarie italiane, evidenziando significative disparità regionali.
Il focus del PNE, che si basa su un’ampia gamma di indicatori specifici per ciascuna area specialistica, mira a fornire una fotografia dettagliata dell’efficacia e della qualità delle cure erogate.
Il risultato più rilevante emerge dalla constatazione che, tra i quindici ospedali pubblici e privati riconosciuti a livello nazionale per aver raggiunto standard qualitativi elevati o molto elevati, nessuna struttura siciliana figura nell’elenco.
Questo dato, sebbene apparentemente negativo, necessita di un’interpretazione più complessa, considerando che l’Agenas ha sottoposto a verifica ben 103 strutture presenti in Sicilia, di cui 43 sono state segnalate per criticità relative a una scarsa aderenza agli standard di qualità e/o per anomalie nella codifica delle informazioni cliniche.
Tali segnalazioni suggeriscono margini di miglioramento strutturali e procedurali, cruciali per l’ottimizzazione dei processi assistenziali.
Nonostante la mancanza di rappresentanza tra le eccellenze a livello nazionale, è importante sottolineare che alcune strutture sanitarie siciliane hanno dimostrato capacità di eccellenza in ambiti specifici.
Nell’area cardiocircolatoria per le emergenze, l’Ospedale Cannizzaro di Catania si distingue per le sue performance.
Analogamente, la Casa di Cura La Maddalena di Palermo eccelle nella chirurgia oncologica.
Un numero considerevole, dieci strutture, si sono distinte nell’ambito osteomuscolare, valutato attraverso sei indicatori chiave, tra cui il P.
O.
Trigona di Noto, Casa di cura Villa dei Gerani di Erice, Casa di cura Sant’Anna di Erice, Casa di Cura Santa Lucia Glef di Siracusa, Istituto ortopedico Villa Sales I.
Galioto di Melilli, Casa di cura Carmona di Messina, Casa di cure Orestano, Noto Pasqualino e Latteri di Palermo, e Casa di cura Valsalva di Catania.
Infine, quattro strutture si sono distinte per la performance in almeno quattro aree diverse: l’ospedale generale Di Zona di Lentini, la Casa di cura Igea di Partinico, il Private Hospital Argento e l’Istituto Clinico Vidimura di Catania.
Un segnale incoraggiante è rappresentato dal miglioramento complessivo delle strutture sanitarie italiane: 68 strutture hanno infatti incrementato le proprie performance, uscendo dal perimetro delle verifiche.
Tra queste, sei realtà siciliane hanno conseguito risultati positivi: il P.
O.
Marta e S.
Venera di Acireale, l’ospedale maggiore di Modica, Humanitas istituto clinico catanese di Misterbianco, l’istituto oncologico del Mediterraneo di Viagrande, la Casa di cura Maria Eleonora hospital e l’IRCCS Ismett di Palermo.
L’assenza di strutture siciliane tra quelle classificate come “livello molto alto” nelle aree del sistema nervoso e della gravidanza e parto, suggerisce aree specifiche che richiedono un’attenzione prioritaria e investimenti mirati per elevare gli standard qualitativi e garantire un’assistenza ottimale per i pazienti.
L’analisi del PNE 2025, pertanto, non costituisce un giudizio definitivo, ma un punto di partenza per un processo di miglioramento continuo e per la definizione di strategie di sviluppo mirate a colmare il divario con le regioni più virtuose e a garantire a tutti i cittadini siciliani l’accesso a cure di qualità elevata.






