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venerdì 31 Ottobre 2025

Ponte sullo Stretto: Accorinti guida la resistenza popolare

A Messina, la disoccupazione cronica e una crisi economica persistente aggravano le fragilità infrastrutturali, ma è la riproposizione del Ponte sullo Stretto a suscitare una reazione popolare e politica di inedita intensità.
L’ex sindaco Renato Accorinti, figura di riferimento del movimento No Ponte, incarna una resistenza plurisecolare contro un’opera che egli definisce non solo un’inutile spreco di risorse, ma un potenziale vettore di degrado ambientale, sociale ed economico.
La recente sentenza della Corte dei Conti, che solleva dubbi sulla legittimità finanziaria del progetto, ha rafforzato la determinazione del movimento, esponendo al contempo le reazioni alterne della classe politica nazionale.
Le accuse mosse ai vertici del governo, giudicati intolleranti verso il dissenso e la pluralità di voci, denunciano una tendenza all’autoritarismo che rischia di compromettere il dibattito democratico.

Accorinti, con una strategia di protesta non violenta ma incessante, ha mobilitato le opposizioni politiche e le organizzazioni sindacali, invitandole a partecipare ad una manifestazione cruciale in data 29 novembre.
L’adesione di figure di spicco come quella di Bonelli e la potenziale presenza del leader della Cgil, Landini, testimoniano la crescente consapevolezza della natura nazionale del problema.
La preoccupazione principale non è meramente locale.
L’enorme flusso di capitali pubblici investiti nel progetto solleva seri interrogativi riguardo alla vulnerabilità del processo appalti a infiltrazioni criminali, come evidenziato dalle indagini della Direzione Investigativa Antimafia.

La lotta contro il Ponte non si riduce a una questione ideologica, ma a una difesa della legalità e della trasparenza nell’uso del denaro pubblico.
Il movimento, forte di un lavoro capillare di divulgazione scientifica e geologica, ha richiesto il riconoscimento dello Stretto di Messina come patrimonio dell’umanità, sottolineando la sua inestimabile bellezza e fragilità ambientale.

La necessità di consultare la Soprintendenza anche per la costruzione di una semplice tettoia evidenzia la delicatezza del contesto.

Accorinti contesta fermamente l’asserzione che il Ponte possa rappresentare un volano di sviluppo per la Sicilia.
Il Sud Italia necessita di investimenti mirati in infrastrutture stradali e ferroviarie, nella sicurezza del territorio e nella creazione di opportunità di lavoro sostenibili.
La Calabria, pur essendo collegata al resto d’Italia, rimane una delle regioni più povere d’Europa, a dimostrazione dell’inefficacia di interventi infrastrutturali isolati.
Il movimento No Ponte si impegna a una resistenza pacifica e continua, monitorando da vicino l’avanzamento dei lavori e predisponendo un massiccio fronte di ricorsi legali contro le espropriazioni.
È già stato presentato un esposto alla Procura di Roma, con l’obiettivo di accertare eventuali irregolarità.

La battaglia, conclude Accorinti, è lungi dall’essere conclusa.
Essa si configura come una difesa del diritto alla partecipazione democratica, della tutela dell’ambiente e della lotta contro la criminalità organizzata, in una regione che aspira a un futuro di sviluppo equo e sostenibile.

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