La gestione dei rifiuti in Sicilia si configura come un mosaico di criticità strutturali, che trascendono le mere inefficienze operative per riflettersi in una profonda carenza di visione strategica e di continuità progettuale.
Il sistema si è rivelato vulnerabile a una concatenazione di lacune: carenze programamtorie, difficoltà organizzative, inadeguatezze gestionali, insufficiente trasparenza informativa e, soprattutto, una difficoltà cronica nell’attuazione concreta delle politiche ambientali.
Questa spirale negativa compromette l’efficace impiego delle risorse pubbliche e rischia di sabotare la realizzazione di una rete impiantistica integrata, un’aspirazione rimandata da decenni.
Il quadro desolante è tracciato con rigore dalla Sezione di Controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana, in seguito all’analisi della delibera relativa al ciclo dei rifiuti, alla promozione dell’economia circolare e alla tutela ambientale.
La Corte, in sostanza, evidenzia come la mancanza di una pianificazione solida e affidabile, affiancata a una discontinuità di indirizzi, abbia generato una gestione emergenziale, costantemente affidata a commissari straordinari, con l’obiettivo dichiarato di colmare le lacune infrastrutturali.
Tuttavia, l’assenza di una prospettiva organica e di una governance stabile ha inevitabilmente limitato l’efficacia di tali interventi.
La Corte dei Conti non si limita a constatazioni generali; solleva undici punti di approfondimento, tra cui una specifica richiesta di chiarimenti sul dimensionamento di termovalorizzatori e discariche, con un’attenzione particolare ai dati più recenti relativi ai volumi di rifiuti urbani prodotti.
Questa richiesta suggerisce una preoccupazione per una potenziale discrepanza tra la capacità impiantistica esistente o pianificata e le reali esigenze del territorio.
Nonostante il contraddittorio in corso con la Regione e gli altri soggetti coinvolti, la Corte ribadisce la necessità di ulteriori documentazioni e approfondimenti, sottolineando la gravità e l’inaccettabilità della carenza di informazioni riguardanti le gestioni commissariali.
Questa lacuna informativa ha ostacolato il controllo da parte della Corte, impedendo una verifica puntuale sull’utilizzo dei fondi assegnati ai commissari e sulla funzionalità delle infrastrutture pubbliche realizzate.
La situazione è aggravata da una commistione problematica tra le gestioni emergenziali delegate ai commissari e la gestione ordinaria, un intreccio che, in assenza di un quadro di coordinamento unitario, compromette la coerenza e l’efficacia delle politiche ambientali.
Si ravvisa, quindi, la necessità di un ripensamento radicale dell’approccio alla gestione dei rifiuti, che privilegi la programmazione a lungo termine, la trasparenza, la partecipazione dei soggetti interessati e una governance stabile, capace di superare le logiche emergenziali e di promuovere un’economia circolare realmente sostenibile per il territorio siciliano.






