domenica 10 Agosto 2025
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Palermo

Ritorna in Sicilia la Trinità di Stamina: un tesoro restituito alla collettività.

Il ritrovamento e il rientro in Italia di un’opera d’arte di eccezionale valore storico e artistico ha restituito alla collettività un tassello fondamentale del patrimonio culturale siciliano.

Il dipinto raffigurante la Trinità, universalmente riconosciuto come opera attribuibile a Gherardo Stamina (circa 1354-1413), è stato restituito al Museo Abatellis di Palermo, in una cerimonia che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana e del comandante del nucleo per la tutela del patrimonio culturale.

La vicenda, che si è dipanata tra irregolarità documentali e indagini internazionali, ha portato alla luce un complesso sistema di esportazione illegale di opere d’arte, destinato a mercati esteri.
La segnalazione all’Ufficio Esportazione della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo ha innescato una serie di verifiche approfondite, coordinate dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Roma.

Le indagini hanno confermato l’esportazione clandestina del dipinto, precedentemente appartenente a una collezione privata vincolata al territorio nazionale, per un valore stimato di cinquecentomila euro, a un gallerista straniero, attualmente estraneo alle dinamiche investigative.

L’opera, un’elegante tavola a fondo oro, incarna l’apice dell’arte tardogotica italiana.
La composizione si focalizza sulla figura solenne di Dio Padre, colto nell’atto di impartire la benedizione, un gesto universale di grazia e redenzione.

La colomba dello Spirito Santo, simbolo di divina presenza e ispirazione, si sovrappone alla figura di Cristo Crocifisso, creando un’iconografia complessa e profondamente significativa, tipica della spiritualità medievale.

L’attribuzione a Gherardo di Jacopo, noto come lo Stamina, è supportata da studi approfonditi sulla sua produzione artistica.
Pittore fiorentino attivo tra il 1387 e il 1409, Stamina si distinse come uno dei massimi esponenti della corrente tardogotica in Italia, caratterizzata da un’intensa ricerca formale e da una profonda spiritualità.

La sua capacità di combinare la tradizione bizantina con le nuove tendenze artistiche del Rinascimento, lo rende una figura chiave nella transizione dall’arte medievale a quella rinascimentale.

Il ritrovamento di quest’opera, quindi, non solo arricchisce il patrimonio del Museo Abatellis, ma offre anche un’opportunità unica per approfondire la conoscenza dell’opera di uno dei più importanti pittori del tardo Medioevo italiano e per riflettere sulla necessità di tutelare il patrimonio artistico nazionale, contrastando il traffico illecito di opere d’arte.
Il caso dimostra l’importanza di una vigilanza costante e di una collaborazione internazionale per salvaguardare la memoria culturale di un popolo e per restituire alla collettività opere che rappresentano un inestimabile tesoro.

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