La recente decisione di respingere un emendamento della manovra quater, destinato a erogare 300.000 euro per la Targa Florio, emerge ora come un atto di coerenza, particolarmente significativo alla luce delle spese suntuarie esibite per un evento conviviale a Palazzo dei Normanni.
L’affermazione, proveniente dal vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana e leader del Movimento 5 Stelle in Sicilia, Nuccio Di Paola, inquadra l’atto parlamentare come una scelta pragmatica, alimentata da un evidente disallineamento tra le risorse allocate e le priorità dimostrate.
Lo scorso sabato, il Palazzo Reale, cuore pulsante dell’istituzionalità siciliana, si è trasformato in un sontuoso palcoscenico per un banchetto di proporzioni inusuali, ospitando circa quattrocento invitati nell’ambito delle celebrazioni legate alla Targa Florio Classica.
La scelta di questa location, intrinsecamente legata alla storia e all’identità siciliana, solleva interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche e sul rispetto del patrimonio culturale.
L’allestimento, che ha interessato il cortile Maqueda, il loggiato adiacente alla Cappella Palatina, un tesoro artistico e spirituale di inestimabile valore, e persino il piano parlamentare, ha radicalmente alterato la percezione e la fruibilità di un edificio simbolo, patrimonio dell’UNESCO e testimonianza del regno di Federico II.
La presenza di chef di fama, come Natale Giunta, a curare la preparazione dei piatti, sottolinea l’opulenza dell’evento e il suo distacco dalla realtà socio-economica di molte comunità siciliane.
Tra gli ospiti, si segnala la partecipazione di Angelo Pizzuto, responsabile dell’ACI di Palermo, e dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, esponente di Fratelli d’Italia.
L’assenza del presidente dell’Assemblea regionale, Gaetano Galvagno, impegnato in un evento organizzato dal suo partito, accentua l’impressione di un distacco tra le istituzioni e le esigenze dei cittadini.
Sebbene l’apertura del Palazzo a eventi conviviali non sia un fenomeno inedito, la recente occasione ha riacceso un dibattito cruciale sulla sensibilità istituzionale e sulla necessità di un equilibrio tra tradizione, rappresentanza e gestione responsabile delle risorse pubbliche.
Episodi precedenti, come i disagi verificatisi durante una cena dei giovani dell’ANCI, avevano già sollevato interrogativi simili, ora amplificati dall’impatto visivo e mediatico di questo evento particolarmente sfarzoso.
La questione, al di là delle accuse di sprechi, pone l’accento sulla necessità di una riflessione più ampia sul ruolo delle istituzioni e sulla loro capacità di rappresentare i valori e le aspirazioni della collettività siciliana.








