L’agro tra Partinico e Trappeto, custode di secoli di storia agricola e paesaggistica, è stato recentemente teatro di un atto di vandalismo deliberato: l’abbattimento di una decina di ulivi secolari.
La scoperta è stata fatta da Gianluca Perlongo, direttore della testata giornalistica locale “Il Tarlo”, che ha prontamente informato le forze dell’ordine e si sta preparando a presentare una denuncia formale.
Questo episodio, purtroppo, non giunge isolato, ma si inserisce in un quadro più ampio di problematiche che affliggono il territorio.
Negli ultimi mesi, “Il Tarlo” ha portato alla luce criticità legate alla gestione del patrimonio agricolo, concentrandosi in particolare sulla prevenzione e sulla risposta agli incendi, nonché sulla carenza di interventi di manutenzione e pulizia dei terreni di proprietà privata.
Queste inchieste, volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare l’azione delle autorità, sembrano aver urtato un nervo scoperto.
L’azione vandalica contro gli ulivi, alberi simbolo della cultura mediterranea e pilastro dell’economia locale, può essere interpretata come un tentativo di intimidazione nei confronti di chi si fa portavoce di istanze di trasparenza e responsabilità.
Non si tratta solo di un danno economico, quantificabile nella perdita di alberi che avrebbero potuto produrre olio per decenni, ma anche di una ferita al tessuto sociale e all’identità del territorio.
L’abbattimento degli ulivi rappresenta un’aggressione al paesaggio, alla biodiversità e al patrimonio culturale immateriale che si tramanda di generazione in generazione.
Questi alberi non sono semplici piante, ma testimoni di una storia fatta di fatica, resilienza e profonda connessione con la terra.
La loro distruzione depaupera il paesaggio, riducendo la capacità di assorbimento delle acque piovane e contribuendo all’erosione del suolo.
Il sindaco di Trappeto, Santo Cosentino, ha espresso la sua solidarietà a Gianluca Perlongo e a tutta la redazione de “Il Tarlo”, condannando fermamente l’atto vandalico e promettendo il massimo impegno per fare luce sull’accaduto e assicurare i responsabili alla giustizia.
La vicenda solleva interrogativi sulla sicurezza del territorio, sulla necessità di rafforzare i controlli e sulla responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nella tutela del patrimonio agricolo e paesaggistico.
È imperativo che l’episodio serva da monito, spingendo la comunità a reagire con determinazione e a sostenere chi, con coraggio e professionalità, si impegna a difendere i valori e l’identità del territorio.
La risposta non può che essere la riaffermazione di un impegno condiviso per la salvaguardia del paesaggio, la promozione della legalità e la tutela del patrimonio agricolo, per garantire un futuro sostenibile e prospero per le generazioni a venire.
L’inchiesta dovrà andare a fondo per chiarire le motivazioni di un gesto così insensato e per proteggere chi, come “Il Tarlo”, lavora per il bene comune.