martedì 23 Settembre 2025
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Emergenza idrica a Ribera: Agricoltura a secco, il grido d’aiuto.

L’allarme risuona dalla fertile valle di Ribera, nel cuore dell’Agrigentino: un’emergenza idrica senza precedenti minaccia l’esistenza stessa di un tessuto agricolo secolare.
Leonardo D’Angelo, voce autorevole dell’associazione Liberi Agricoltori, lancia un grido di soccorso, culminato in un’assemblea partecipata che ha visto la convergenza di oltre cinquecento imprenditori agricoli, provenienti non solo da Ribera ma da comuni limitrofi del comprensorio irriguo.

L’incontro, celebrato nell’austera cornice dell’oratorio di San Giovanni Bosco, ha rappresentato un momento cruciale per confrontarsi con la gravità della situazione e sollecitare interventi immediati.
La carenza idrica, esacerbata da una prolungata assenza di precipitazioni e aggravata da una gestione complessa delle risorse idriche, sta mettendo a dura prova le coltivazioni, in particolare gli agrumeti, pilastro fondamentale dell’economia locale.

La domanda di una nuova concessione di irrigazione di soccorso, inoltrata alla cabina di regia regionale per l’emergenza idrica, rimane finora senza risposta concreta, generando profonda frustrazione e preoccupazione tra i produttori.
Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), ha espresso un sostegno incondizionato alla richiesta degli agricoltori, definendola non solo legittima, ma imperativa, sottolineando l’urgenza di garantire l’accesso all’acqua dalla diga Castello, risorsa strategica per il sostentamento delle coltivazioni.
L’appello è stato ripreso con veemenza da Carmelo Pace, capogruppo della DC, che descrive una situazione “drammatica” per gli agrumeti, evidenziando la necessità di soluzioni rapide e risolutive.
Anche Margherita La Rocca Ruvolo, parlamentare di Forza Italia, si è schierata a fianco degli agricoltori, annunciando un presunto impegno da parte del capo della Protezione Civile, Cocina, a reperire i volumi d’acqua necessari per le coltivazioni del comprensorio.

Tuttavia, l’annuncio, pur accolto con speranza, non ha alleviato la tensione palpabile nell’aria.
L’attesa si concentra ora sulla cruciale riunione della cabina di regia, prevista per lunedì, che vedrà il coinvolgimento di Sicilacque e dell’ATI.
L’esito di questo incontro determinerà, di fatto, il futuro dell’agricoltura riberese.
In caso di mancato accoglimento delle richieste, i produttori, galvanizzati da un senso di profonda ingiustizia, si riservano la possibilità di organizzare una manifestazione di protesta su larga scala, un chiaro segnale di ribellione contro l’inerzia delle istituzioni e una denuncia accorata della fragilità del sistema idrico siciliano.

L’episodio, al di là della mera emergenza contingente, solleva interrogativi profondi sulla gestione sostenibile delle risorse idriche e sulla necessità di politiche agricole più lungimiranti e attente alle esigenze del territorio.

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