La spedizione umanitaria diretta verso Gaza, promossa dal Global Movement to Gaza con il supporto di diverse forze politiche italiane, subirà uno slittamento della data di partenza.
Invece del 4 settembre inizialmente previsto, le imbarcazioni italiane salperanno il 7 settembre.
Questa decisione, come spiegato da Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana, è necessaria per consentire la ricomposizione del gruppo, considerando i ritardi riscontrati nelle imbarcazioni provenienti dalla Spagna e garantendo la partenza coordinata dell’intera flotta.
Un significativo segnale di sostegno a questa iniziativa è rappresentato dalla partecipazione di figure di spicco del panorama politico italiano ed europeo.
All’interno della delegazione, si uniranno l’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Benedetta Scuderi, il deputato Arturo Scotto (Partito Democratico), l’europarlamentare Annalisa Corrado (idem) e il senatore Marco Croatti (Movimento 5 Stelle).
La loro presenza simboleggia un impegno concreto, una presa di posizione che va oltre la mera dichiarazione di intenti, rappresentando un atto di solidarietà e un appello alla responsabilità istituzionale.
La missione, tuttavia, si preannuncia carica di incertezze e potenziali rischi.
La delegazione è consapevole di possibili ostacoli, inclusi sorveglianze aeree con droni, tentativi di blocco e intercettazioni.
Si teme anche l’abbordaggio delle imbarcazioni e l’arresto dei partecipanti, una situazione che, secondo Maria Elena Delia, configurerebbe un vero e proprio sequestro, dato che l’azione si svolgerà in acque internazionali.
Delia esprime la necessità di una netta presa di posizione del governo italiano, affinché si assuma la responsabilità in caso di danni subiti dai cittadini partecipanti.
La portavoce sottolinea il ruolo cruciale della società civile nel fornire assistenza alla popolazione di Gaza, ma evidenzia l’urgenza di un supporto istituzionale concreto.
Le dichiarazioni del ministro israeliano Itamar Ben Gvir, che definisce i partecipanti alla missione come terroristi, hanno generato preoccupazione e amplificato la richiesta di protezione da parte dei governi, in particolare quello spagnolo, che finora è stato il più sensibile alla questione.
L’affermazione del ministro Tajani, che ha negato la presenza di terroristi tra i partecipanti, è stata interpretata come una mancanza di comprensione e invita il ministro a confrontarsi direttamente con la delegazione per rendersi conto della loro reale natura: persone comuni, motivate da un profondo senso di umanità e preoccupate per il destino della popolazione di Gaza.
Il loro appello finale è un chiaro invito ai governi italiani a garantire la sicurezza e la protezione di chi si impegna a portare un messaggio di speranza e solidarietà a un popolo martoriato.