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mercoledì 5 Novembre 2025

Europa in crisi: un appello spirituale da San Benedetto.

L’Europa si presenta oggi come un paesaggio segnato da profonde fratture, non solo materiali, ma soprattutto spirituali e morali.
L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Monsignor Renato Boccardo, durante la celebrazione per la riapertura della Basilica di San Benedetto, ha tracciato un quadro allarmante, invitando a una riflessione urgente sul destino del nostro continente.
La solennità, tenutasi nella culla del Patrono d’Europa, ha assunto così il carattere di un’esortazione profetica, un richiamo a ritrovare le radici che ne hanno plasmato l’identità.
L’evanescenza della coscienza religiosa, il dilagare di un relativismo etico che mina le fondamenta della coesione sociale, la ripresa di conflitti armati che irrompono con violenza, la frenetica corsa agli armamenti, il preoccupante ritorno di fenomeni antisemiti, la tentazione sempre attuale di erigere barriere fisiche e mentali al posto di ponti di dialogo e comprensione: questi sono solo alcuni dei segni di una crisi profonda che attanaglia l’Europa.

A ciò si aggiungono fragilità istituzionali, governi instabili, una polarizzazione ideologica che alimenta divisioni e fa evaporare il consenso, l’ascesa di movimenti populisti e nazionalisti, e, soprattutto, una crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni democratiche.

In questo scenario desolante, Monsignor Boccardo propone una via di uscita: ritrovare San Benedetto, non come figura nostalgica del passato, ma come guida per il futuro.

Il Santo di Norcia fu un architetto di comunità, capace di armonizzare diversità e conflitti attraverso la carità e la fratellanza.

La sua eredità non si fonda su precari equilibri politici o economici, ma su una conversione interiore, una trasformazione radicale del cuore umano.

È necessario, dunque, riscoprire i valori fondanti della civiltà europea: la sacralità della dignità umana, la solidarietà tra i popoli, la ricerca incessante della verità e del bene.

Altrimenti, rischiamo di relegare l’Europa a una mera aggregazione di interessi economici e tecnici, priva di anima e di direzione.

Ritrovare un’anima significa abbracciare un bene comune che trascende gli interessi individuali, coltivare la speranza che unisce al di là delle differenze.
San Benedetto, messaggero di pace, costruttore di unità, maestro di civiltà, ci indica un cammino sicuro: non la via sterile del conflitto, né quella del compromesso opportunistico, ma quella di una visione alta, capace di unire la preghiera al lavoro, la ragione alla fede.

E’ un invito a un’azione concreta, a una rinascita spirituale che si traduca in un impegno quotidiano per una società più giusta e misericordiosa.
Il ritorno a casa, la ricostruzione della Basilica a seguito del sisma, sono metafore potenti del desiderio di rinascita che anima la comunità nursina.
Come gli Israeliti ritornati dall’esilio, anche noi ritroviamo la nostra terra, la nostra identità.

Ma questo ritorno non può essere compiuto se non accompagnato da un impegno a costruire un popolo che viva nella fraternità e che si dedichi alla creazione di una società più giusta e accogliente.
A San Benedetto, dunque, affidiamo il nostro cammino, nella speranza che la sua benedizione continui a fecondare la nostra storia e a trasformare il nostro presente in un futuro di speranza, un futuro in cui l’Europa possa ritrovare la sua anima e il suo ruolo di guida per il mondo.

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