domenica 3 Agosto 2025
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Perugia, indagini per maltrattamenti: allontanamento e braccialetto elettronico.

Un ventisettenne è al centro di un’indagine per maltrattamenti in famiglia a Perugia, culminata nell’applicazione della misura cautelare dell’allontanamento dalla residenza familiare con divieto di avvicinamento, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica, ha portato alla luce un quadro allarmante di violenza psicologica e fisica perpetrata nei confronti della sua compagna, rivelando dinamiche di controllo e coercizione che hanno profondamente segnato la vittima.
Le indagini condotte dalle forze dell’ordine hanno ricostruito un percorso di vessazioni che si sono manifestate con atteggiamenti intimidatori e aggressioni verbali, evolvendosi in minacce dirette e gravi, fino all’utilizzo di un coltello in un episodio recente, avvenuto il 10 luglio, che ha portato la donna a rifugiarsi presso un’amica e a presentare formale denuncia.
L’elemento scatenante, emerso dagli accertamenti, ruota attorno all’opposizione dell’uomo all’attività lavorativa della compagna, un tentativo di limitare la sua autonomia e di esercitare un potere assoluto sulla sua vita.
Questo controllo, esercitato attraverso l’intimidazione e la violenza, ha generato nella donna un profondo stato di sofferenza, ansia e terrore, spingendola a isolarsi nella propria abitazione per sottrarsi alle aggressioni e a vivere in costante paura per la propria incolumità.
La gravità dei fatti e il rischio di recidiva hanno portato il Gip a disporre, oltre all’allontanamento e al divieto di avvicinamento, l’applicazione del braccialetto elettronico sull’indagato, al fine di monitorarne costantemente gli spostamenti e garantire il rispetto della misura cautelare.
Tale dispositivo rappresenta un elemento cruciale nella tutela della vittima, assicurando un ulteriore livello di sicurezza e deterrenza.
Il caso solleva interrogativi significativi sulla complessità delle relazioni di coppia e sulla necessità di intervenire precocemente in situazioni di potenziale violenza, riconoscendo i segnali di allarme e offrendo sostegno alle vittime.
L’episodio, inoltre, evidenzia come il controllo e la limitazione dell’autonomia femminile possano rappresentare manifestazioni di una dinamica di potere abusiva, spesso mascherate da presunte preoccupazioni o gelosia.
La vicenda sottolinea, infine, l’importanza di rafforzare le risorse e i servizi dedicati alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere, promuovendo una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.

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