A distanza di nove anni dalla devastante sequenza sismica che il 30 ottobre 2016 scosse profondamente il centro Italia, un atto di fede e di ingegneria restituisce alla comunità norcina la basilica di San Benedetto, un monumento non solo religioso ma anche identitario, quasi completamente cancellata dalla terza, e più letale, delle scosse.
La ricostruzione, compiuta con rigore filologico e innovazione tecnologica, segna una tappa cruciale nel complesso processo di rinascita di un territorio martoriato.
La basilica, eretta in prossimità della *domus* natale di San Benedetto e della sorella, Santa Scolastica, figure cardine dell’identità benedettina e del pensiero occidentale, subì un crollo pressoché totale, con il campanile che, nel precipitare, trascinò con sé gran parte della struttura.
La perdita fu immane: l’80% del patrimonio architettonico andò distrutto, lasciando dietro di sé un cumulo di macerie che simboleggiava la fragilità umana di fronte alla potenza della natura.
Tuttavia, la facciata rimasta in piedi, seppur gravemente danneggiata, rappresentò un baluardo di speranza e un punto di riferimento per la comunità, desiderosa di recuperare un simbolo così importante.
I lavori di ricostruzione, iniziati il 16 dicembre 2021, si sono rivelati un’impresa complessa e articolata.
L’approccio adottato è stato quello di una “ricostruzione filologica”, che ha implicato un meticoloso recupero, catalogazione e rilocalizzazione di ogni singolo elemento architettonico superstite.
Ogni mattone, ogni pietra, è stato analizzato e documentato, per poi essere reimpiegato nel nuovo edificio secondo le tecniche costruttive originali.
Questo approccio, tuttavia, non ha escluso l’introduzione di soluzioni innovative per garantire la massima sicurezza antisismica, impiegando materiali e tecnologie all’avanguardia.
L’obiettivo era quello di coniugare il rispetto della memoria storica con la necessità di assicurare la resilienza del monumento di fronte a futuri eventi sismici.
Il finanziamento dell’intervento, pari a circa 15 milioni di euro, è stato assicurato grazie alla collaborazione di diversi soggetti.
Il Commissario per la Ricostruzione sisma 2016, la Regione Umbria ed Eni hanno contribuito a sostenere economicamente l’opera, testimoniando l’importanza strategica della ricostruzione per il territorio.
Il Ministero della Cultura, attraverso la Soprintendenza speciale sisma 2016, ha svolto un ruolo fondamentale nella definizione degli indirizzi progettuali e nell’affidamento dei lavori, mentre la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per l’Umbria ha seguito con attenzione la direzione dei lavori, garantendo il rispetto delle normative e la salvaguardia del patrimonio artistico.
Questo impegno congiunto di istituzioni e operatori del settore dimostra la volontà di restituire alla comunità norcina non solo un edificio, ma un simbolo di speranza e di rinascita, un monumento che testimoni la forza dell’ingegno umano e la capacità di superare le avversità.
La basilica di San Benedetto, ora risorta, rappresenta un faro per il futuro, un invito a ricostruire non solo edifici, ma anche comunità e valori.






