sabato 4 Ottobre 2025
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Perugia

Assisi, San Francesco e bandiere palestinesi: un appello alla pace

Nel cuore dell’Umbria, ad Assisi, la celebrazione del Santo Patrono d’Italia, San Francesco, si è intrecciata con un palpabile senso di umanità e riflessione.
La Basilica Superiore, custode del messaggio francescano, si è presentata come scenario di una solenne cerimonia alla presenza del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ma anche come palcoscenico di gesti silenziosi e simbolici.

Il prato antistante la Basilica, luogo di incontro e accoglienza per i pellegrini e i visitatori giunti da ogni luogo, si è colorato di una molteplicità di bandiere palestinesi.

Non si trattava di una dimostrazione pianificata, né di un corteo organizzato, ma di una spontanea espressione di solidarietà e speranza.
I vessilli, portati dai presenti, rappresentavano un monito silenzioso, un appello alla pace che risuonava in contrasto con le immagini di conflitto che provengono dal Medio Oriente.
Una bandiera palestinese, di dimensioni notevoli, si stendeva sull’erba come un’offerta di speranza, mentre un’altra, con dignità e fierezza, era stata issata sulla statua equestre di San Francesco, simbolo del ritorno ad Assisi, alla terra natale, al messaggio universale di fratellanza.

L’atmosfera, seppur carica di significato, si mantenne raccolta e serena, permeata dai valori che animano la figura di San Francesco: la pace, la fraternità, il dialogo interculturale.

L’assenza di slogan o gesti di protesta testimiava il desiderio di onorare la giornata dedicandola alla riflessione e alla ricerca di soluzioni pacifiche.

I presenti, interrogati sul significato di questi simboli, hanno espresso il desiderio di manifestare vicinanza alla popolazione palestinese, duramente colpita dalla guerra, e di ricordare il messaggio di pace che da Assisi, città storica della fratellanza universale, si propaga ogni 4 ottobre.

La presenza di queste bandiere, quindi, non era un atto di sfida, ma un’invocazione, un’eco del profondo appello alla giustizia e alla compassione che il messaggio francescano veicola da secoli.

Si trattava di un gesto che, nel silenzio e nella semplicità, richiamava l’urgenza di un’azione concreta a favore di un futuro di riconciliazione e di rispetto dei diritti umani, affinché il sogno di un mondo pacifico, tanto amato da San Francesco, possa finalmente diventare realtà.
La giornata si configurava, quindi, non solo come celebrazione di un santo, ma come occasione di rinnovato impegno morale e spirituale a favore dell’umanità intera.

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