giovedì 11 Settembre 2025
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Lingua Blu in Umbria: Allarme Zootecnico e Richieste di Aiuto

Lingua Blu in Umbria: un’emergenza zootecnica tra vuoti normativi e necessità di supporto agli allevatoriL’Umbria si trova ad affrontare un’emergenza zootecnica di rilevante impatto, causata dalla recrudescenza della febbre catarrale ovina, comunemente nota come “lingua blu”.

Il focolaio, che si è manifestato con particolare intensità, ha già provocato la perdita di 1.055 ovini e 6 bovini, disseminando 140 focolai sul territorio regionale e mettendo a dura prova la tenuta economica di numerose aziende agricole, in particolare nelle province di Perugia e Terni.

Circa il 26% degli allevatori ha optato per la vaccinazione del proprio bestiame, riconoscendone l’importanza nella prevenzione, sebbene tale misura non sia obbligatoria.
L’interrogazione presentata dal consigliere Nilo Arcudi all’Assemblea legislativa ha sollevato interrogativi cruciali riguardo alla gestione dell’emergenza, richiedendo una panoramica dettagliata dei focolai per provincia e comune, l’esistenza di un piano regionale di emergenza, la distribuzione delle dosi vaccinali, la possibilità di un intervento finanziario statale o la dichiarazione di stato di calamità, e l’attivazione di strumenti di sostegno economico per gli allevatori colpiti, con tempistiche certe.

Arcudi ha sottolineato l’urgenza di un intervento immediato, evidenziando l’impossibilità, per gli allevatori, di movimentare il bestiame e la mancanza di indennizzi tempestivi.

La gravità della situazione è amplificata dal contesto socio-economico delle aree interne umbre, già vulnerabili a causa di crisi economiche e demografiche.
L’emergenza della lingua blu rischia di acuire ulteriormente queste fragilità, minacciando la sopravvivenza di aziende agricole che rappresentano un pilastro fondamentale per l’economia locale e la salvaguardia del territorio.
In risposta, l’assessora regionale Simona Meloni ha illustrato le azioni intraprese dalla Regione, sottolineando l’attivazione di un portale dedicato per il monitoraggio della situazione e la collaborazione con il servizio veterinario, l’Assessorato alla Sanità e l’Istituto Zooprofilattico.

Ha inoltre precisato che, a partire dal 2020, la lingua blu è considerata una malattia endemica, non classificata come emergenza sanitaria di “fascia A”, il che comporta la non disponibilità di strumenti economici da parte del Ministero per gli indennizzi.
Nonostante ciò, la Regione ha mobilitato un milione di euro attraverso Gepafin per far fronte all’emergenza.

L’assessora ha indicato il 30 settembre come data presumibile per la conclusione dell’emergenza e l’apertura delle richieste di indennizzo.

Sono stati previsti indennizzi di 250 euro per capo bovino e 70 euro per capo ovino, riconoscendo, con rammarico, la loro insufficienza.

Sono stati promossi numerosi incontri sul territorio, coinvolgendo sindaci e associazioni di categoria, e si è garantita una costante interlocuzione con gli allevatori.
Durante la replica, il consigliere Arcudi ha definito completa la risposta dell’assessora, apprezzando la trasparenza e la disponibilità al confronto.
Ha tuttavia ribadito la delicatezza della situazione e l’entità del danno economico subito dal settore, sottolineando l’importanza di un monitoraggio accurato e continuo.
L’emergenza lingua blu in Umbria mette in luce una complessa rete di problematiche che vanno oltre la mera gestione sanitaria.

La mancanza di una classificazione come emergenza sanitaria di “fascia A” limita la possibilità di accedere a finanziamenti statali, costringendo la Regione a trovare soluzioni alternative, spesso insufficienti.

La questione solleva interrogativi sull’adeguatezza del quadro normativo e sulla necessità di rafforzare la collaborazione tra istituzioni per garantire un sostegno tempestivo ed efficace agli allevatori, preservando la vitalità del settore zootecnico e il tessuto socio-economico delle aree interne umbre.
La capacità di affrontare questa sfida in modo proattivo e collaborativo sarà determinante per il futuro del settore agricolo umbro.

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