La questione del Nodo di Perugia si configura come un vero e proprio spartiacque politico e infrastrutturale per l’Umbria, una sfida che evidenzia le profonde fratture all’interno della maggioranza di centrosinistra e mette in discussione l’effettivo impegno della Regione verso lo sviluppo del territorio.
I consiglieri regionali di centrodestra, con Enrico Melasecche in testa, sollevano un velo di disinganno sulla gestione della vicenda, denunciando una narrazione distorta e una responsabilità sfuocata a carico dell’amministrazione regionale.
L’opposizione contesta con forza la reticenza della maggioranza ad avviare una formale richiesta di finanziamenti per il Nodo, un’omissione che, secondo i consiglieri, è frutto di un calcolo politico volto a preservare una fragile coalizione, dilaniata da contrasti ideologici e strategici.
L’auspicio del Governo, espresso chiaramente durante la recente visita del Ministro Salvini, rimane quello di un’azione unitaria e condivisa da parte degli enti locali, condizione imprescindibile per avviare un confronto sulle risorse necessarie per la realizzazione dell’opera.
L’inversione di rotta promessa e mai concretizzata si traduce in una serie di decisioni formali che negano il supporto all’opera.
La mozione presentata in Consiglio Regionale e l’ordine del giorno respinto nel Comune di Perugia, documentati nei verbali delle assemblee, testimoniano una chiara volontà politica di sottrarsi all’impegno.
Dietro la cortina fumogena di “studi” e “tavoli”, si cela una strategia dilatoria volta a mascherare una presa di posizione contraria.
Il quadro tecnico del progetto, lungi dall’essere incerto, presenta avanzamenti significativi.
Il primo stralcio, Colletrada-Madonna del Piano, vanta una progettazione definitiva approvata.
Grazie all’azione del precedente governo regionale di centrodestra, sono stati stanziati 8,5 milioni di euro per la progettazione del secondo stralcio, Madonna del Piano–Silvestrini, attualmente in corso.
Manca, tuttavia, la copertura finanziaria per la progettazione del terzo e ultimo stralcio, Silvestrini–Corciano.
I benefici attesi dalla realizzazione del Nodo non sono meramente teorici: si prospetta una riduzione del 20% del traffico medio giornaliero e un calo del 44% del traffico pesante, con conseguenze positive sulla qualità della vita, la sicurezza stradale e la tutela dell’ambiente.
L’annuncio del Comune di Perugia di voler avviare un “studio sui flussi di traffico” appare quindi come un mero artificio dilatorio, visto che i dati necessari sono già a disposizione di Anas e sono stati utilizzati per la redazione della progettazione.
Ripetere l’intero processo significherebbe sprecare tempo prezioso e compromettere la possibilità di accedere a finanziamenti che potrebbero essere destinati ad altre regioni.
L’opposizione denuncia, in conclusione, un comportamento improntato alla conservazione del potere politico a scapito dello sviluppo regionale, evidenziando come la priorità della maggioranza sia la sopravvivenza della coalizione, anche a costo di sacrificare il futuro dell’Umbria.
La realizzazione del Nodo di Perugia rappresenta un’opportunità strategica per la regione, e la sua negazione è un atto di miopia politica che compromette il benessere di un’intera comunità.