domenica 19 Ottobre 2025
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Terni, a rischio il presidio Enel: vertigini per il territorio.

La recente riunione convocata dalla Regione Umbria ha gettato luce sulla delicata situazione relativa al presidio di teleconduzione di Terni, un elemento strategico per la gestione del sistema idroelettrico umbro.
L’incontro, a cui hanno partecipato rappresentanti di Enel Green Power, amministrazioni comunali e provinciali di Terni e Perugia, organizzazioni sindacali e l’Assessore Regionale all’Ambiente Thomas De Luca, ha rappresentato un momento di confronto cruciale per delineare le implicazioni di una potenziale riorganizzazione imposta dalla società energetica.

Il fulcro della discussione ha riguardato la proposta di Enel di sopprimere il presidio di teleconduzione di Terni, con conseguente accorpamento delle attività in una sede abruzzese.
Tale decisione, presentata come ottimizzazione aziendale, solleva profonde preoccupazioni a livello territoriale, economicamente, occupazionale e, soprattutto, in termini di sicurezza idrografica.
Le istituzioni locali, unitamente alle organizzazioni sindacali, hanno espresso con fermezza la loro contrarietà alla riorganizzazione, sottolineando come il presidio di Terni non sia una semplice sede operativa, bensì un nodo imprescindibile per il controllo e la gestione integrata del bacino idrografico Nera, Velino e Tevere.
La sua presenza garantisce un monitoraggio costante, una rapida risposta a emergenze e una gestione proattiva delle risorse idriche, elementi sempre più vitali in un contesto caratterizzato da eventi meteorologici estremi e cambiamenti climatici accelerati.
La perdita di know-how specifico, maturato negli anni attraverso l’esperienza diretta dei professionisti locali, rappresenta un ulteriore rischio significativo.
Ricostruire tali competenze richiederebbe tempi lunghi e ingenti risorse, compromettendo l’efficienza e la sicurezza del sistema nel breve e medio termine.

La decisione di Enel, inoltre, si scontra con le dinamiche occupazionali del territorio, minacciando posti di lavoro e contribuendo al progressivo ridimensionamento della presenza aziendale nella regione.
Oltre alle ripercussioni occupazionali e di sicurezza, i rappresentanti locali hanno sollevato interrogativi in merito alla redistribuzione dei profitti generati dallo sfruttamento delle risorse idriche umbre.
L’insufficiente reinvestimento sul territorio, a fronte dei considerevoli guadagni realizzati da Enel, alimenta un senso di ingiustizia e di mancata corresponsabilità sociale.
L’amministrazione provinciale e comunale di Terni hanno ribadito con forza la loro determinazione a non assumere un ruolo passivo di fronte a una decisione percepita come arbitraria e penalizzante per il territorio.
Si auspica un confronto costruttivo con Enel, volto a trovare soluzioni che concilino l’ottimizzazione aziendale con la salvaguardia degli interessi del territorio umbro e delle comunità locali.

La questione del presidio di teleconduzione si configura, quindi, come un nodo cruciale per la definizione di un modello di sviluppo energetico sostenibile e socialmente responsabile, capace di valorizzare le risorse naturali senza compromettere la sicurezza e il benessere delle generazioni future.

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