Una battuta d’arresto che rischia di compromettere il futuro di Terni: l’Assemblea Legislativa si è divisa su una cruciale mozione relativa al progetto integrato stadio-clinica, lasciando in sospeso un’opera destinata a segnare un punto di svolta per la comunità.
 I consiglieri regionali della maggioranza – Bianca Maria Tagliaferri, Letizia Michelini, Cristian Betti, Maria Grazia Proietti, Francesco Filipponi, Stefano Lisci, Luca Simonetti e Fabrizio Ricci – denunciano con preoccupazione la ferma opposizione del centrodestra, definendo tale atteggiamento una chiusura ideologica che pregiudica il bene comune.
La mozione, concepita come un atto di indirizzo per la Giunta, mirava a ristabilire un quadro di legalità e trasparenza nell’implementazione del progetto, un’opera che incrocia istanze cruciali per il territorio: lo sviluppo infrastrutturale, il potenziamento dell’offerta sanitaria e la promozione di un’economia locale dinamica.
Si trattava di un impegno a salvaguardare l’interesse pubblico da tentativi di strumentalizzazione politica, a garantire l’imparzialità dell’amministrazione e a tutelare i diritti di tutti gli attori coinvolti.
In particolare, la mozione puntava a consolidare la centralità dell’assistenza sanitaria pubblica nella provincia di Terni, concretizzando la realizzazione del nuovo ospedale con risorse dedicate, e a instaurare un dialogo costruttivo con l’amministrazione comunale per ottimizzare l’utilizzo delle infrastrutture sportive esistenti, con particolare riferimento al rinnovamento dello stadio Liberati.
  Non si trattava semplicemente di finanziare un’opera, ma di costruire un ecosistema integrato capace di generare opportunità di sviluppo, occupazione e benessere sociale.
La decisione del centrodestra di respingere tale proposta non è solo una questione politica, ma solleva interrogativi profondi sulla capacità del territorio di affrontare sfide complesse e di costruire un futuro condiviso.
 La mancata approvazione rappresenta un vuoto di garanzie per la comunità, esponendo il progetto a rischi di contenzioso, ritardi e, potenzialmente, all’abbandono.
La rigidità dimostrata dai consiglieri Melasecche e Pernazza, citati come responsabili diretti del fallimento, ha vanificato un’opportunità preziosa di superare le divisioni e di trovare un terreno comune.
  La proposta, formulata in termini di sintesi e di ampio consenso, avrebbe potuto rappresentare un punto di partenza per un percorso di dialogo aperto e costruttivo.
L’ostruzione del centrodestra, secondo i consiglieri di maggioranza, alimenta un clima di incertezza e di polarizzazione, allontanando la città di Terni da una visione strategica a lungo termine.
  Resta ora la speranza che, nonostante le difficoltà, si possa riprendere il dialogo e trovare soluzioni che rispondano alle reali esigenze del territorio, tutelando la legalità, l’interesse pubblico e il diritto dei cittadini di aspirare a un futuro migliore.
La sfida è complessa, ma il bene comune lo richiede.



 
                                    


