sabato 23 Agosto 2025
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Umbria al Meeting di Rimini: una scelta rischiosa per la regione.

La recente decisione della Giunta Proietti di rinunciare alla presenza istituzionale dell’Umbria al Meeting di Rimini, un evento di risonanza nazionale e internazionale, suscita profonda preoccupazione e non può essere interpretata come una scelta lungimirante.
Questa rinuncia, come sottolineano i consiglieri regionali dell’opposizione, rappresenta un arretramento strategico che rischia di compromettere il percorso di crescita e valorizzazione della nostra regione.

Negli anni passati, abbiamo costantemente perseguito una politica proattiva e orientata alla promozione dell’Umbria, comprendendo appieno che un’immagine solida e un posizionamento strategico sono elementi cruciali per attrarre investimenti, talenti e visitatori.

Il Meeting di Rimini, con la sua capacità di aggregare personalità di spicco provenienti da ogni settore, ha sempre costituito una vetrina privilegiata per presentare le eccellenze umbre, le sue tradizioni millenarie e le sue potenzialità inespresse.
La rinuncia a questa opportunità si palesa particolarmente inopportuna alla vigilia delle celebrazioni per l’ottavo centenario della morte di San Francesco, un evento di portata globale che dovrebbe vedere l’Umbria al centro dell’attenzione.
Il Comitato Nazionale ad hoc, con il suo stanziamento di 4,51 milioni di euro, testimonia l’importanza riconosciuta a livello nazionale per la promozione del patrimonio francescano e del turismo spirituale.

Rinunciare a uno stand istituzionale significa, di fatto, sminuire l’impegno nazionale e auto-infliggeresi una ferita all’immagine della regione.
Oltre al valore intrinseco delle celebrazioni francescane, il Meeting di Rimini avrebbe offerto un’occasione unica per rilanciare settori chiave dell’economia umbra, come il turismo religioso e quello lento, sempre più richiesti da un pubblico internazionale alla ricerca di esperienze autentiche e significative.
Questi segmenti rappresentano una leva fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio, in grado di generare ricadute positive su un ampio bacino di attività e creare opportunità di lavoro.

La scelta della Giunta Proietti appare, pertanto, miope e demenziale.

Un’occasione di questo calibro non è un mero costo di rappresentanza, bensì un investimento strategico nel futuro dell’Umbria.
Lo stand regionale non è solo un luogo fisico, ma un punto di contatto, un hub di relazioni, uno strumento per costruire ponti e creare sinergie che si traducono in opportunità concrete per il tessuto economico, sociale e culturale della nostra regione.
Invitiamo l’attuale amministrazione a riconsiderare questa decisione e ad abbracciare con rinnovato impegno la promozione dell’Umbria, costruendo sul solido lavoro svolto in precedenza.
La nostra regione non può permettersi di rinchiudersi in un ruolo marginale; merita di continuare ad essere protagonista, portatrice di valori, bellezza e opportunità per tutti.
È necessario, ora più che mai, riscoprire lo spirito di iniziativa e la visione strategica che hanno guidato il nostro operato, per garantire all’Umbria il futuro che merita.

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