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Umbria: Giovani a rischio, emergenza disagio e dipendenze

L’Umbria si trova di fronte a una sfida complessa e urgente, un intreccio di fattori che amplificano il disagio giovanile, alimentano problematiche di salute mentale e favoriscono lo sviluppo di dipendenze.

I dati attuali, pur rappresentando una fotografia parziale della realtà, denotano un incremento preoccupante, un campanello d’allarme che rischia di sfociare in una crisi sociale di proporzioni significative.
Come sottolineato da Luca Simonetti, presidente del gruppo Movimento 5 Stelle nell’Assemblea Legislativa Regionale, l’emergenza richiede un cambio di paradigma, un ripensamento radicale degli approcci e un investimento strategico in risorse e competenze.

La fragilità giovanile emerge come elemento centrale di questa problematica.
Dietro i numeri si celano storie di giovani, spesso privi di punti di riferimento e abbandonati a sé stessi, con bisogni complessi e spesso inespressi.

Non è sufficiente l’attenzione verso le Residenze per la Diagnosi e la Cura (Rems), sebbene l’impegno della Presidente Proietti in questo ambito sia lodevole.
La questione richiede un’analisi più approfondita delle cause profonde del disagio, che spesso affondano le radici in difficoltà familiari, fragilità economiche, inadeguatezza del sistema educativo e mancanza di opportunità di crescita personale e professionale.

È necessario, quindi, ricostruire un modello di intervento integrato e multidisciplinare, capace di intercettare precocemente i segnali di allarme e di offrire un supporto personalizzato e continuativo.

Questo implica la creazione di unità organizzative specializzate, in grado di fornire servizi mirati e di costruire ponti tra i diversi attori del territorio: servizi sociali, sanitari, educativi, giudiziari.
Strutture intermedie, come comunità di accoglienza e centri diurni, possono rappresentare un’ancora di salvezza per i giovani in transizione, offrendo un ambiente protetto e stimolante per il recupero e la reintegrazione sociale.
Il rafforzamento della tutela legale è un altro aspetto cruciale.

È indispensabile garantire ai giovani in difficoltà l’accesso a una difesa competente e specializzata, in grado di tutelare i loro diritti e di orientarli verso le risorse disponibili.
L’attivazione e l’implementazione di protocolli condivisi con i tribunali, la ripresa degli accordi già sottoscritti tra sistema sanitario, sociale e giudiziario, sono passi fondamentali per assicurare una risposta coerente e coordinata.

Infine, e non meno importante, è necessario riconoscere e sostenere il personale sanitario e sociale, spesso sovraccarico di lavoro e privo di risorse adeguate.
Questi professionisti, in prima linea nell’affrontare una sfida complessa, meritano un sostegno concreto, che vada oltre il semplice riconoscimento formale.

Il nuovo Piano Socio-Sanitario rappresenta un’opportunità imperdibile per tradurre queste istanze in azioni concrete, restituendo al centro della cura le persone e le loro famiglie, per garantire loro un futuro di speranza e di opportunità.
L’Umbria non può permettersi di deludere questa attesa.

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