venerdì 26 Settembre 2025
15.4 C
Perugia

Villa Valle: Frattura in Umbria, a rischio la sicurezza del territorio.

L’annuncio della riorganizzazione del presidio di teleconduzione di Villa Valle, a Terni, solleva una profonda frattura nel panorama istituzionale umbro e mette in luce una pericolosa disconnessione tra le promesse di tutela del territorio e le azioni concrete del Governo.

Le dichiarazioni del deputato Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, di fronte alla Commissione alla Camera, appaiono come una formale accettazione della decisione di Enel, con una fiducia acritica nelle rassicurazioni fornite in merito all’impatto occupazionale e agli investimenti promessi.
Questa posizione contrasta nettamente con l’unanimità di intenti dimostrata dalle forze politiche umbre nel sostenere la vertenza dei lavoratori e nella difesa del patrimonio regionale.
L’assessore regionale Thomas De Luca denuncia con fermezza come questa decisione rappresenti un ulteriore colpo per Terni e per l’intera Umbria, un atto che ignora la valenza strategica di un asset cruciale per la sicurezza e la prosperità del territorio.
Il presidio di Villa Valle non è semplicemente una struttura amministrativa, ma un nodo centrale del sistema di monitoraggio del bacino idrografico del Tevere-Nera, un’area complessa e vitale per l’Umbria.

La sua chiusura, disposta unilateralmente da Enel e imminente per la fine di settembre, espone la regione a rischi inaccettabili in termini di sicurezza idraulica, ambientale ed energetica.

La perdita del know-how specialistico accumulato in decenni di attività rappresenta una vulnerabilità strategica particolarmente grave, soprattutto in un’epoca segnata da eventi climatici estremi e da una crescente fragilità degli ecosistemi.

Affermare che Enel stia investendo in centrali e officine idroelettriche non può giustificare l’abbandono di un presidio essenziale per la prevenzione e la gestione delle emergenze.

La “vigilanza responsabile e costruttiva” invocata da Nevi non può tradursi nell’accettazione passiva di una decisione che depaupera il territorio.

La questione solleva interrogativi fondamentali sul ruolo delle istituzioni di fronte alle scelte delle grandi aziende, sull’importanza di bilanciare le esigenze economiche con la tutela del patrimonio regionale e sulla necessità di garantire la sicurezza e la resilienza delle comunità locali di fronte alle sfide ambientali e climatiche.

La vicenda del presidio di Villa Valle è, dunque, molto più di una semplice riorganizzazione aziendale: è un banco di prova per la capacità della politica di difendere gli interessi del territorio e di proteggere i diritti dei lavoratori, in un contesto globale sempre più complesso e incerto.
La chiusura rischia di compromettere la capacità di risposta del territorio in caso di eventi critici, esponendo la popolazione a rischi elevati e mettendo a repentaglio la sostenibilità del modello di sviluppo umbro.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -