L’eco delle sue parole risuona con una malinconia profonda, quasi un disorientamento. Gianluigi Buffon, custode indiscusso per due decenni di un’identità calcistica, si ritrova a contemplare la Juventus contemporanea con uno sguardo velato da perplessità. “Non so cosa succede, non sono dentro,” confessa, parole che svelano una frattura tra il passato glorioso e il presente in evoluzione. L’immagine che affiora alla mente dell’ex capitano è quella di un’epoca consolidata, impressa a fuoco nei suoi vent’anni trascorsi a difendere i colori bianconeri, un’epoca che sembra distante e quasi irriconoscibile.Questa esternazione non è un semplice commento, ma una riflessione sul cambiamento, sull’evoluzione forzata che il calcio impone e sulla difficoltà, a volte, di accettare la trasformazione di ciò che si ama e si ha a cuore. Buffon, uomo di sport e di profonda umanità, esprime la sua difficoltà a comprendere la traiettoria attuale della squadra, suggerendo un senso di spaesamento che va oltre la mera analisi tattica.La sua osservazione, però, non si limita alla critica. La menzione di Giorgio Chiellini, l’altro pilastro di un’era vincente, rivela un’ammirazione e una fiducia incondizionata. Buffon individua in Chiellini le qualità intrinseche – il *physique du rôle*, l’attitudine, la predisposizione – necessarie per eccellere in qualsiasi ruolo dirigenziale. La sua lucidità, la sua capacità di analisi e la sua visione strategica lo renderebbero, secondo l’ex portiere, un dirigente di successo, capace di contribuire significativamente alla crescita della Juventus.L’elogio a Chiellini è un segnale, un suggerimento forse, una speranza velata. In un momento di incertezza e di cambiamento, la figura dell’ex capitano, con la sua esperienza, la sua integrità e la sua profonda conoscenza del club, potrebbe rappresentare un punto di riferimento, un elemento di continuità in un panorama in rapida trasformazione.Le parole di Buffon, pur nella loro apparente semplicità, contengono un’analisi complessa e stratificata. Non sono solo un commento sulla Juventus del presente, ma una riflessione sul valore del passato, sulla necessità di innovare e sulla figura di chi, come Chiellini, può incarnare i principi e i valori che hanno reso grande la squadra, aprendo la strada a un futuro prospero. Il suo sguardo, velato di nostalgia e di speranza, invita a riflettere sulla natura effimera del successo e sulla forza dei legami che trascendono il tempo e i risultati.
Buffon e la Juventus: nostalgia, perplessità e un consiglio
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