Piazze finanziarie europee sotto pressione per la guerra commerciale: Francoforte e Parigi in calo dell’1,7%, Londra dell’1,2% e Milano dell’1%. Wall Street prevede una giornata difficile. Rendimenti dei bond in diminuzione nonostante l’inflazione europea a gennaio (+2,5%). Prezzo del petrolio in aumento a 74,3 dollari al barile. Oro considerato porto sicuro. Dollaro si rafforza sulle principali valute. Aziende esposte agli USA soffrono: Stellantis (-6,2%), Volkswagen (-6,3%) e Bmw (-3,9%). Banche spagnole Bbva (-3,2%) e Santander (-2,2%) in calo. Settori automobilistico, chip e servizi finanziari in difficoltà. Piazza Affari registra pesanti perdite per alcune aziende mentre Generali mostra un modesto aumento. Mps segnali positivi mentre Mediobanca fatica.

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Le principali piazze finanziarie europee stanno cercando di recuperare terreno rispetto ai minimi registrati all’apertura, tuttavia rimangono sotto pressione in attesa di vedere come si evolverà la situazione a Wall Street. La guerra commerciale innescata da Trump con l’imposizione dei primi dazi diretti a Canada, Messico e Cina, insieme alla minaccia di estendere le tariffe anche ai beni europei, sta influenzando negativamente il sentiment degli investitori, generando un clima di incertezza e spingendo molti a spostare i propri capitali verso gli Stati Uniti.Francoforte e Parigi registrano perdite dell’1,7%, Londra dell’1,2% e Milano dell’1%, dopo che Tokyo ha subito un calo del 2,7% e Seul del 2,5%. Anche a Wall Street si prevede una giornata difficile con i future sul Nasdaq in ribasso dell’1,7% e quelli sull’SeP 500 in flessione dell’1,5%. Al contrario, i rendimenti dei bond sono in diminuzione nonostante i dati sull’inflazione europea a gennaio (+2,5%) superiori alle attese: i Bund cedono 6 punti base al 2,39%, mentre lo spread con il Btp si allarga sopra quota 113.Il prezzo del petrolio registra un aumento del 2,5% a 74,3 dollari al barile per il Wti; il greggio messicano e canadese sono colpiti dai dazi. L’oro continua ad essere considerato un porto sicuro durante periodi di volatilità ed è quotato a 2.800 dollari nonostante l’apprezzamento del dollaro che potrebbe renderlo più costoso. Il rischio di tassi più alti dovuti all’inflazione resistente causata dai dazi potrebbe impattare sul mercato. Il dollaro si rafforza sulle principali valute guadagnando oltre l’1% sull’euro che scambia a 1,024; le criptovalute soffrono con il bitcoin che registra una perdita del 2% scendendo a 95 mila dollari.Sui mercati europei soffrono soprattutto le aziende più esposte agli Stati Uniti come Stellantis (-6,2%), Volkswagen (-6,3%) e Bmw (-3,9%), le cui esportazioni dal Messico agli USA saranno gravate dai dazi. Male anche le banche spagnole Bbva (-3,2%) e Santander (-2,2%) che hanno una forte presenza in Messico. Settorialmente in difficoltà risultano essere le aziende automobilistiche (-3,9% per l’indice Stoxx), i produttori di chip (-2,9%) e i fornitori di servizi finanziari (-2,3%), con Julius Baer che crolla del 13%. A Piazza Affari pesanti perdite per Pirelli (-5.8%), Stm (-4.5%) e Nexi (-3.7%), mentre Generali registra un modesto aumento (+1.1%) in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione su cui anche Unicredit darà il suo parere (-1.1%). Mps mostra segnali positivi (+0.6%) mentre Mediobanca fatica (-0.4%).

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