Il ritrovamento di un giovane esemplare di lupo, deceduto a seguito di un incidente stradale, sottolinea in modo drammatico le crescenti interazioni tra fauna selvatica e attività antropiche nel Cuneese.
L’animale, stimato a circa tre anni di età e di peso intorno ai 30 chilogrammi, è stato recuperato in località Madonna della Riva, un’area particolarmente frequentata e situata a ridosso di Cuneo.
La consegna del corpo al Centro per la Conservazione e Gestione dei Grandi Carnivori, gestito dall’ente Aree Protette Alpi Marittime, segna l’inizio di una serie di indagini cruciali.
L’analisi genetica, condotta dall’Università di Torino, permetterà di tracciare la discendenza dell’esemplare, di ricostruirne la storia familiare e di comprendere meglio la struttura genetica della popolazione di lupi presenti nelle Alpi Marittime.
Questi dati sono fondamentali per monitorare la diversità genetica, essenziale per la resilienza e l’adattabilità della specie a lungo termine.
La Provincia di Cuneo, consapevole del valore scientifico e culturale di questo ritrovamento, ha espresso l’intenzione di acquisire l’esemplare per la creazione di una preparazione tassidermica, destinata a diventare parte della collezione provinciale.
Questa scelta non solo onora la memoria dell’animale, ma anche offre un’opportunità di sensibilizzazione del pubblico sull’importanza della conservazione del lupo e del suo habitat.
Il Cuneese, denominato “Granda”, riveste un ruolo chiave nella distribuzione del lupo in Piemonte, ospitando la più alta concentrazione di branchi riproduttivi – stimati a 35 unità nel 2024, composte da 33 branchi e due coppie isolate.
La progressiva espansione del loro areale, originariamente confinato alle aree montane, testimonia una dinamica di colonizzazione che vede i lupi adattarsi a contesti sempre più diversificati, estendendosi alle zone collinari e pedemontane.
Questo fenomeno, sebbene indicativo di una ripresa demografica positiva, amplifica anche le sfide legate alla coesistenza con le attività umane, aumentando il rischio di conflitti e di mortalità accidentale, come purtroppo dimostrato da questo tragico episodio.
Un’attenta gestione del territorio, misure di mitigazione degli impatti delle infrastrutture e una corretta informazione alla popolazione si rendono pertanto imprescindibili per garantire la sopravvivenza del lupo e la salvaguardia di un ecosistema alpino fragile e prezioso.