Pippo Mezzapesa: «Il cinema è fatta d’animo e coraggio»

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Con un’esperienza che copre oltre due decenni in campo cinematografico e televisivo, Pippo Mezzapesa si è affermato come uno dei registi più talentuosi della sua generazione. La sua storia di successo inizia con i cortometraggi che gli hanno valso il David di Donatello all’età di 21 anni: un traguardo cruciale per chi desidera intraprendere la carriera cinematografica. “I corti sono il primo passo verso una vera e propria carriera nel cinema” sottolinea Mezzapesa in un’intervista recente, riferendosi alla sua esperienza personale con i due lavori che l’hanno portato a conquistare la prima vittoria al David di Donatello: Lido Azzurro e Zinanà. La prima pellicola vinse il Festival Corto in Bra dove tra i giudici c’era proprio Paolo Sorrentino, un nome con cui Mezzapesa ha ancora oggi un rapporto speciale.Da quel primo successo, il regista pugliese passò a lavorare su altri progetti. Oltre ai documentari sul mondo del lavoro in Puglia e al mockumentary Pinuccio Lovero, che dà la sua interpretazione personale della vita di un calciatore italiano di spicco come Antonio Cassano, Mezzapesa si occupò anche di un lungometraggio presentato a Venezia con il titolo Il Bene mio. In contemporanea lavorava alla serie Groenlandia per Disney Non è Hollywood e la terza stagione de La legge di Lidia Poët con Matilda De Angelis per Netflix.Durante la sua visita al festival Cortinametraggio, Mezzapesa tenne una masterclass per i giovani autori che partecipano al concorso. Nell’intervista, egli spiega come sia fondamentale saper dire di no e accettare compromessi all’inizio della carriera cinematografica. Il regista racconta anche un aneddoto personale in cui fu scartato dal Centro Sperimentale di Cinematografia per poi essere suggerito proprio da chi lo aveva precedentemente giudicato non adatto a tale incarico.Durante l’incontro, Mezzapesa ha sottolineato l’importanza della determinazione, dell’ascolto e del coraggio nella creazione di visioni artistiche originali per emergere nel mondo del cinema. “I corti sono un modo fondamentale per farsi conoscere”, sostiene il regista che ora sta lavorando a nuovi progetti e ha riconosciuto anche la possibilità di realizzare un nuovo cortometraggio, come già fatto con i film Pupille dell’artista Alice Rohrwacher.

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