L’imminente contenzioso legale avviato da Beppe Grillo per la rivendicazione del marchio e della denominazione del Movimento 5 Stelle segna una svolta significativa nel complesso panorama politico italiano. La notizia, confermata da figure prossime all’ex garante del Movimento, evidenzia una frattura profonda e strutturale, esacerbata dalla recente riforma che ha sancito la scomparsa del suo ruolo di supervisione a partire dalla fine del 2024, tramite l’istituzione della Costituente del M5s.Questa azione legale non è semplicemente una disputa formale, ma il sintomo di una crisi identitaria più ampia che affligge il Movimento. La figura di Grillo, per anni pilastro fondante e voce guida del M5s, ha rappresentato un elemento di coesione, pur con le tensioni intrinseche a un percorso evolutivo complesso. La sua eliminazione dal ruolo di garante, sancita dalla Costituente, è interpretabile come un tentativo deliberato di distacco dal passato, un’operazione di “pulizia” volta a ridefinire l’identità del Movimento in vista di future sfide. La rivendicazione del simbolo e del nome, tuttavia, rivela una sorta di “diritto morale” di Grillo, un legame indissolubile con la genesi e la crescita del Movimento. Non si tratta solo di tutela di un asset di valore economico, ma anche di un tentativo di preservare la memoria, i valori originari e i principi fondanti che hanno animato il M5s fin dalla sua nascita.L’azione legale, quindi, apre un interrogativo cruciale: cosa significa oggi essere “cinquestellati”? Il Movimento, dopo anni di trasformazioni, di compromessi e di cambi di rotta, rischia di perdere di vista i suoi tratti distintivi, la sua anima originaria. La Costituente, nata con l’obiettivo di rinnovare il Movimento e proiettarlo verso il futuro, dovrà confrontarsi con questa eredità pesante, con la necessità di definire un’identità che sia al contempo innovativa e fedele alle radici.La battaglia legale si preannuncia complessa e potenzialmente divisiva. Potrebbe riaccendere vecchi dissidi interni, mettere a confronto diverse anime del Movimento e portare alla luce dinamiche di potere latenti. Al di là dell’esito giudiziario, la vicenda solleva interrogativi più ampi sulla natura dei movimenti politici contemporanei, sulla difficoltà di mantenere un’identità coerente nel tempo e sulla necessità di bilanciare la continuità con il cambiamento.Inoltre, il contenzioso potrebbe avere ripercussioni significative sulla percezione del Movimento da parte dell’elettorato. La disputa legale, inevitabilmente mediata e amplificata dai media, rischia di oscurare i contenuti programmatici e di alimentare lo scetticismo nei confronti della classe politica. Il M5s dovrà dimostrare di saper superare questa fase di transizione con maturità e responsabilità, focalizzandosi sulla costruzione di un progetto politico solido e credibile, capace di rispondere alle esigenze dei cittadini e di interpretare i cambiamenti in atto nella società italiana. La capacità di mediare tra il rispetto del passato e l’esigenza di innovazione sarà determinante per il futuro del Movimento.