La recente proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati dalla Lega, incentrata sul settore dell’acconciatura e della cura della persona, solleva un dibattito cruciale sull’equilibrio tra liberalizzazione economica e tutela della qualità professionale.
Lungi dall’essere una semplice restrizione di accesso al mercato, la proposta mira a rimodulare il sistema di abilitazione professionale per barbieri, acconciatori e parrucchieri, introducendo un meccanismo di contingentamento progressivo delle nuove abilitazioni rilasciate in ciascun comune.
L’obiettivo primario non è quello di soffocare l’imprenditorialità, ma di prevenire la saturazione del mercato e le conseguenti distorsioni competitive che ne derivano.
Un’eccessiva offerta di professionisti, spesso con livelli di formazione variabili, può infatti erodere la qualità del servizio offerto, comprimere i margini di profitto per le attività esistenti e, in ultima analisi, penalizzare i consumatori.
La proposta non si limita a una mera quantificazione degli accessi, ma si propone di stimolare un’evoluzione positiva del settore.
Il contingentamento, inteso come strumento di programmazione e non di blocco, dovrebbe incentivare una maggiore selettività nella formazione professionale, spingendo gli aspiranti professionisti a investire in percorsi di specializzazione e aggiornamento continuo.
Ciò, a sua volta, favorirebbe l’innovazione nel settore, promuovendo l’adozione di tecniche e prodotti all’avanguardia.
La misura si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulle politiche di liberalizzazione.
Se da un lato la libera concorrenza è un pilastro fondamentale dell’economia di mercato, dall’altro è altrettanto importante garantire condizioni di parità e tutelare la qualità.
Un’eccessiva deregolamentazione, senza adeguate misure di controllo e supervisione, rischia di generare squilibri e distorsioni che danneggiano l’intero sistema.
La proposta di legge, pertanto, non rappresenta un’opposizione a priori alla liberalizzazione, ma una richiesta di un approccio più responsabile e sostenibile, che tenga conto delle peculiarità del settore e delle esigenze di tutti gli attori coinvolti: professionisti, imprese e consumatori.
Si tratta di un tentativo di bilanciare la libertà di iniziativa con la necessità di preservare la qualità del servizio e l’equità della concorrenza, promuovendo un modello di sviluppo più equilibrato e duraturo per il settore dell’acconciatura e della cura della persona.
Il dibattito che ne consegue è essenziale per definire un quadro normativo che favorisca la crescita professionale, l’innovazione e la soddisfazione del cliente.







