Un intervento mirato a mitigare l’impatto economico delle procedure espropriative e delle attività giudiziarie legate alla proprietà immobiliare è al centro di una proposta di modifica alla manovra finanziaria in discussione.
L’emendamento in esame mira a rivedere il limite di valore dell’abitazione principale utilizzato come parametro nel calcolo del reddito disponibile equivalente (ISEE), attualmente fissato a 91.500 euro.
L’idea cardine è innalzare questa soglia a 120.000 euro, un adeguamento volto a riconoscere, di fatto, l’aumento dei valori immobiliari verificatosi negli ultimi anni, soprattutto in contesti urbani densamente popolati.
L’incremento, tuttavia, è previsto con una territorialità circoscritta: l’agevolazione si applicherebbe esclusivamente ai nuclei familiari che risultino residenti nelle aree metropolitane, definita secondo i criteri di legge.
Questa scelta geografica non è casuale.
Le città metropolitane, per loro natura, presentano una concentrazione di popolazione e un costo della vita più elevato, con conseguenti impatti significativi sul patrimonio immobiliare.
In questi contesti, la soglia attuale di 91.500 euro risulta spesso inadeguata a rappresentare la reale capacità contributiva di una famiglia, escludendo ingiustamente nuclei con redditi modesti ma proprietari di immobili il cui valore supera tale limite.
L’innalzamento della soglia ISEE, pertanto, intende garantire una maggiore equità nell’accesso a prestazioni sociali e agevolazioni fiscali, evitando che l’espropriazione o l’impegno in procedimenti legali comportino una situazione di vulnerabilità economica per famiglie che, pur possedendo un immobile di valore superiore alla soglia esistente, non dispongono di risorse sufficienti per far fronte alle spese sostenute.
Si tratta di una misura che, pur limitata geograficamente, si pone l’obiettivo di correggere una distorsione nel sistema di calcolo dell’ISEE, promuovendo una gestione più sensibile alle specificità territoriali e alle dinamiche del mercato immobiliare urbano.
L’effetto complessivo dovrebbe essere una riduzione del rischio di impoverimento per nuclei familiari residenti nelle aree metropolitane, facilitando l’accesso a servizi essenziali e contribuendo a una maggiore coesione sociale.
L’emendamento rappresenta un tentativo di bilanciare la necessità di sostenere il reddito disponibile con la consapevolezza che il valore degli immobili, soprattutto nelle aree urbane, ha subito una profonda trasformazione, rendendo necessario un adeguamento dei parametri utilizzati per il calcolo dell’ISEE.





