martedì 16 Settembre 2025
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La PA al servizio della democrazia: le radici costituzionali.

La Costituzione italiana, con una sintesi di principi fondamentali, traccia i contorni di un modello di pubblica amministrazione volto a garantire l’effettivo funzionamento della democrazia.

Gli articoli 97 e 98, pur nella loro concisione, ne delineano l’autonomia e la posizione all’interno dell’assetto dello Stato, configurandola come un pilastro del potere esecutivo ma, imprescindibilmente, svincolata da logiche di partito.
Questa impostazione non è frutto di un’idea astratta, ma il risultato di una profonda riflessione storica.

I Costituenti, animati da un’urgenza di rigore e di riscatto, rielaborarono la lezione amara dell’esperienza fascista, durante la quale l’amministrazione pubblica era stata pervertita, trasformata in uno strumento di oppressione, utilizzata per annientare le libertà individuali e per squilibrare i poteri dello Stato.
La Costituzione, quindi, nasce come risposta a una distorsione profonda, con l’obiettivo di ricostruire un’amministrazione al servizio della cittadinanza e non di un regime.
Il pensiero di Costantino Mortati, figura centrale nell’elaborazione costituzionale, illumina con chiarezza questo punto cruciale.

Mortati, con la sua profonda sensibilità giuridica e politica, insistette sulla necessità di un’amministrazione che fosse espressione dell’oggettività, un’amministrazione *della* cosa pubblica e non *di* un partito.

L’aggettivo “oggettiva” non va inteso come mera assenza di giudizio, bensì come adesione rigorosa alla legge e al bene comune, come imparzialità nell’applicazione delle norme e nell’erogazione dei servizi.

La volontà costituzionale è chiara: i pubblici amministratori devono agire a servizio della collettività, perseguendo l’interesse generale e garantendo l’eguaglianza formale e sostanziale dei cittadini.

Questo implica un’indipendenza dai condizionamenti politici, una capacità di resistere alle pressioni di gruppi di interesse e una responsabilità nei confronti della collettività.
La neutralità politica, dunque, non è un semplice requisito di correttezza, ma una condizione essenziale per la legittimità dell’azione amministrativa e per la tutela dei diritti fondamentali.

Essa si traduce in obblighi di trasparenza, di imparzialità, di buon andamento e di efficienza, sanciti dalla legge e concretamente applicabili attraverso meccanismi di controllo interno ed esterno.
La Costituzione, in definitiva, progetta un’amministrazione che sia garante della democrazia, un baluardo contro l’arbitrio e uno strumento di promozione del benessere sociale.

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