Il Governo italiano ha recentemente dato il via libera, attraverso il Consiglio dei Ministri, a un importante disegno di legge di delega, destinato a rimodellare profondamente la struttura e il quadro normativo che regolano l’esercizio delle professioni di Dottore Commercialista ed Esperto Contabile.
La decisione, giunta a seguito di un rinvio nella precedente riunione governativa, segna una tappa cruciale in un processo di riforma che mira a rispondere alle mutate esigenze del tessuto economico e alle crescenti complessità del panorama finanziario globale.
Il provvedimento, più che una legge organica, conferisce al Governo la facoltà di emanare regolamenti attuativi, delineando i dettagli operativi della riforma.
Questo approccio legislativo, tipico in determinate circostanze, permette una maggiore flessibilità nell’adattamento alle evoluzioni successive e una più rapida implementazione delle nuove disposizioni.
Le motivazioni alla base di questa riforma sono molteplici e riflettono la necessità di una riorganizzazione del comparto professionale.
In primis, si punta a rafforzare il ruolo del Dottore Commercialista ed Esperto Contabile come figure chiave di supporto alle imprese, non solo nella gestione contabile e fiscale, ma anche nella pianificazione strategica, nel controllo di gestione, nella valutazione dei rischi e nell’accesso al credito.
L’evoluzione tecnologica, con la crescente digitalizzazione dei processi aziendali e l’emergere di nuove forme di business (come l’economia digitale e le startup), impone un aggiornamento delle competenze professionali.
La riforma intende, pertanto, introdurre percorsi di formazione continua obbligatori e incentivare l’acquisizione di specializzazioni in settori emergenti come la cybersecurity, la blockchain, la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale d’impresa.
Un altro aspetto centrale della riforma è volto a promuovere una maggiore trasparenza e a contrastare la concorrenza sleale.
Si prevede, infatti, una revisione dei criteri di accesso alla professione, con l’obiettivo di garantire un elevato standard di preparazione e di competenza.
Parallelamente, si rafforzeranno i meccanismi di controllo e di sanzione per chi opera in violazione delle norme deontologiche e professionali.
La riforma interviene anche sulla struttura degli Ordini Professionali, con l’obiettivo di renderli più efficienti e partecipativi.
Si intende, in particolare, favorire la collaborazione tra gli Ordini regionali e nazionale, al fine di uniformare le politiche professionali e di promuovere la valorizzazione della professione a livello nazionale e internazionale.
La delega al Governo, ora approvata, sarà oggetto di approfondimento e discussione nelle Commissioni parlamentari competenti, che potranno formulare proposte e osservazioni al Governo.
L’obiettivo finale è quello di dotare il Paese di un quadro normativo moderno, efficiente e in grado di rispondere alle sfide del futuro, garantendo la qualità, l’affidabilità e la competitività dei professionisti del settore.
Il provvedimento mira, in definitiva, a elevare il profilo della professione e a rafforzare il suo ruolo cruciale per lo sviluppo economico del Paese.









