Il dibattito pubblico italiano è ora focalizzato sulla riforma della giustizia, un provvedimento legislativo che si appresta a culminare in un referendum costituzionale nei prossimi cinque o sei mesi.
Questa consultazione popolare, distinta dal referendum abrogativo che mira a cancellare una legge esistente, rappresenta un atto di approvazione o disapprovazione delle modifiche costituzionali già formalmente approvate dal Parlamento.
Il meccanismo del referendum costituzionale si configura come un controllo popolare sull’operato del legislatore.
La Costituzione italiana, consapevole della sua natura fondativa e vincolante, prevede che le leggi di revisione costituzionale – quelle che alterano i principi fondamentali dello Stato – non siano immediatamente operative.
Esse necessitano, in teoria, di una doppia approvazione parlamentare con una maggioranza qualificata: i due terzi dei componenti di entrambe le Camere, in seconda lettura.
Solo superato questo ostacolo, la legge avrebbe potuto evitare il referendum e diventare direttamente legge costituzionale.
Il superamento di questa soglia qualificante avrebbe implicato una forte legittimazione parlamentare, percepita come un’espressione della volontà sovrana del Paese.
Il ricorso al referendum, invece, segnala una divergenza di opinioni, una frattura nel consenso che rende necessario sottoporre la riforma all’approvazione diretta dei cittadini.
Il referendum non è quindi un atto di creazione di una nuova legge, ma una verifica della legittimità di una decisione parlamentare già presa.
Rappresenta un momento cruciale per il rapporto tra governanti e governati, un’occasione per esprimere il proprio giudizio sulle scelte che riguardano l’architettura istituzionale del Paese.
La legittimazione popolare, in questo contesto, assume un valore ancora più significativo, poiché non si limita a ratificare una decisione, ma a confermare la direzione impressa al futuro della giustizia e, più ampiamente, del sistema costituzionale italiano.
L’esito di questa consultazione avrà implicazioni profonde, che andranno ben oltre la semplice approvazione o respingimento della riforma, incidendo sul rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni e definendo i limiti e le modalità di esercizio del potere legislativo.






