L’attuale sistema pensionistico, caratterizzato da requisiti stringenti e percorsi contributivi complessi, presenta ostacoli significativi per intere categorie di lavoratori, in particolare per coloro che hanno maturato esperienze professionali discontinue o frammentate.
Riconoscere il valore di queste esperienze, spesso formative e di avvio alla carriera, rappresenta un imperativo di equità e un’opportunità per incentivare la partecipazione al mercato del lavoro.
È in questa ottica che Fratelli d’Italia propone una modifica alla manovra in discussione al Senato, mirata a introdurre una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione.
L’emendamento, presentato alla Commissione Bilancio, intende consentire ai lavoratori di riscattare, a fini pensionistici, periodi di stage o tirocini extracurricolari, anche se non svolti in maniera continuativa, fino a un massimo di due anni.
La proposta si distingue da approcci più tradizionali, focalizzati unicamente sull’accumulo di anni di contributi versati.
Essa riconosce il valore intrinseco delle esperienze formative, anche se non formalmente coperte da obbligazioni contributive, come momenti cruciali nella costruzione del percorso professionale di un individuo.
Questi periodi, spesso svolti in settori in rapida evoluzione o in contesti di apprendimento pratico, rappresentano un investimento in competenze e conoscenze che contribuiscono alla produttività futura del lavoratore.
L’introduzione di questa possibilità di riscatto non solo agevola l’accesso alla pensione per chi ha accumulato esperienze discontinue, ma ha anche il potenziale di stimolare la partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto per i giovani.
Permettere loro di convertire in crediti pensionistici le esperienze di stage e tirocini, anche se brevi, potrebbe rappresentare un incentivo a intraprendere percorsi formativi alternativi e a sperimentare diverse professioni, favorendo una maggiore dinamicità del mercato del lavoro.
È fondamentale sottolineare che la proposta non si configura come un’irresponsabile riduzione dei requisiti pensionistici, ma come un atto di giustizia sociale e di riconoscimento del valore del lavoro, anche quando svolto in modalità non convenzionali.
Il limite massimo di due anni di riscatto è pensato per bilanciare le esigenze di flessibilità e sostenibilità del sistema pensionistico, evitando che l’intervento comporti un impatto eccessivo sulle casse dello Stato.
L’approvazione di questo emendamento segnerebbe un passo importante verso un sistema pensionistico più equo e inclusivo, in grado di riconoscere il valore di ogni esperienza lavorativa e di offrire opportunità di accesso alla pensione a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro storia professionale.
Si tratta di un intervento mirato a premiare l’impegno, la formazione e la volontà di contribuire al progresso economico del Paese.








