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Arresto a Viggiano: droga e arma vietata durante la festa.

Nel cuore pulsante della Val d’Agri, durante i controlli di sicurezza predisposti in occasione della tradizionale Festa della Madonna Nera di Viggiano, i Carabinieri hanno eseguito un arresto che solleva interrogativi sulla sicurezza e sulla gestione delle aggregazioni popolari.

Un uomo di 42 anni, originario della zona, è stato tratto in arresto e posto agli arresti domiciliari a seguito di un controllo che ha rivelato un possesso di armi e stupefacenti di natura allarmante.
L’elemento più grave emerso è il ritrovamento di un coltello di genere vietato, specificamente un’arma bianca caratterizzata da una lama di notevole lunghezza, precisamente 19 centimetri, e un peso di 55 grammi.
La natura “vietata” dell’arma, una qualificazione tecnica che implica una classificazione specifica in base alle normative vigenti, sottolinea la pericolosità potenziale dell’oggetto e la sua idoneità a ledere persone.
L’arma non è un semplice utensile, ma un oggetto progettato o modificato per essere utilizzato in attività criminose.

Parallelamente al ritrovamento dell’arma, l’uomo è risultato in possesso di quantità rilevanti di sostanze stupefacenti: 55 grammi di hashish e 1,5 grammi di marijuana.

Queste quantità, superando di gran lunga le soglie previste per l’uso personale, configurano un reato di detenzione ai fini dello spaccio, un’ipotesi che ora sarà al vaglio dell’autorità giudiziaria.
La presenza di stupefacenti in un contesto festivo, frequentato anche da famiglie e minori, genera preoccupazione per la sicurezza pubblica e solleva interrogativi sulla capacità di prevenire e reprimere il traffico di droga in aree ad alta affluenza.

Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) ha convalidato l’arresto, ritenendo sussistenti i presupposti per la cautela.

L’imposizione della presentazione alla Polizia Giudiziaria, una misura precauzionale, mira a garantire la disponibilità dell’arrestato per ulteriori accertamenti e per la ricostruzione completa della vicenda.
La vicenda, oltre a determinare le responsabilità individuali dell’uomo, pone l’attenzione sulla necessità di rafforzare i controlli di sicurezza durante eventi pubblici e di implementare strategie di prevenzione del crimine, specialmente in contesti caratterizzati da un’elevata concentrazione di persone.
L’evento serve a stimolare una riflessione più ampia sulla gestione della sicurezza nelle aree rurali e montane, spesso caratterizzate da dinamiche sociali complesse e da un rischio crescente di fenomeni di devianza.

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