Nel cuore della Basilicata, l’inchiesta sull’audace e sofisticato tentativo di sabotaggio di un bancomat situato nel quartiere Bucaletto di Potenza, avvenuto il 19 agosto 2024, ha portato all’applicazione di misure cautelari domiciliari, con l’utilizzo di braccialetti elettronici, per quattro individui.
L’operazione, condotta dalla sezione della Squadra Mobile e supervisionata dalla Procura della Repubblica di Potenza, getta luce su un’organizzazione criminale capace di pianificare e tentare un attacco complesso, caratterizzato dall’utilizzo di tecniche specialistiche e un’apparente coordinazione interna.
Gli arrestati, la cui età varia tra i 38 e i 52 anni, sono Nicola Grippa (52), Antonio Lamantea (40), Emanuel Munafò (39) e Lucia Barile (38).
La loro individuazione, frutto di un’approfondita attività di investigazione che ha coinvolto l’analisi di immagini di sorveglianza, intercettazioni telefoniche e pedinamenti, rivela una rete di relazioni e competenze specifiche.
Particolarmente rilevante è il fatto che Emanuel Munafò e Antonio Lamantea fossero già soggetti all’attenzione delle autorità penali, detenuti in un altro contesto penale a Milano.
Questa circostanza suggerisce la possibilità di collegamenti tra attività criminali che si estendono al di là del territorio lucano, sollevando interrogativi sulla capacità di queste figure di coordinare azioni illecite a distanza e di reclutare complici in diverse aree geografiche.
L’indagine si concentra ora sull’identificazione di ulteriori tre individui, cruciali nell’esecuzione del piano criminale, che hanno impiegato la cosiddetta “tecnica della marmotta” – un metodo di sabotaggio che prevede l’utilizzo di esplosivo per forzare l’accesso al dispositivo bancario.
La complessità di questa tecnica suggerisce un livello di preparazione e competenza specifica, implicando una pianificazione meticolosa e l’utilizzo di materiali pericolosi.
L’ordinanza di applicazione delle misure cautelari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Potenza, sottolinea la gravità dei fatti contestati e la necessità di garantire la sicurezza pubblica, prevenendo ulteriori azioni simili.
L’inchiesta, ancora in corso, mira a ricostruire completamente la dinamica dell’evento, a identificare tutti i responsabili e a quantificare l’organizzazione criminis sottostante, svelando la sua struttura, le sue risorse e le sue connessioni.
L’operazione evidenzia, inoltre, la crescente sofisticazione delle tecniche utilizzate dai criminali, richiedendo un continuo aggiornamento degli strumenti e delle strategie investigative da parte delle forze dell’ordine.