sabato 9 Agosto 2025
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Matera, la storia riemerge: riapre il Museo Archeologico.

Riapre al pubblico, in una sede temporanea ma carica di storia, la collezione archeologica dei Musei Nazionali di Matera, in attesa del rinnovamento strutturale del Museo “Domenico Ridola” finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

A partire dall’11 agosto, i visitatori potranno nuovamente immergersi nel racconto millenario del territorio materano, ospitato all’interno dell’ex Ospedale San Rocco, un edificio che incarna a sua volta un complesso e affascinante percorso storico.

L’itinerario museale, organizzato in ordine cronologico, offre un viaggio suggestivo attraverso le ere, a partire dalle prime tracce di presenza umana nel Paleolitico.
I reperti, testimonianze tangibili di culture preistoriche, illustrano le evoluzioni del popolamento umano, dall’età dei metalli alle prime forme di insediamento.

La narrazione si arricchisce dell’incontro e della fusione tra le comunità indigene e i coloni greci, giunti sulle coste meridionali d’Italia a partire dall’VIII secolo a.

C.

e portatori di nuove tecniche, idee e modelli sociali che ne avrebbero profondamente modificato il panorama culturale e materiale.
Il percorso espositivo culmina alle soglie del III secolo a.
C.
, un periodo cruciale segnato dall’assimilazione, quasi completa, dei valori e delle pratiche greci, come testimoniato dalla ricca stipe di Timmari e dai corredi funerari rinvenuti a Timmari e Montescaglioso.
Questi manufatti non sono semplici oggetti, ma chiavi di lettura per comprendere le dinamiche culturali e religiose che caratterizzarono l’epoca, rivelando un processo di integrazione che va ben oltre la semplice influenza esterna.
L’edificio che oggi ospita il museo archeologico ha una storia altrettanto complessa e stratificata.

In origine, la struttura, adiacente all’attuale chiesa di San Giovanni Battista, fu trasformata in ospedale nel 1610, ceduta alla comunità francescana dei Riformati, che ne curarono l’amministrazione e la gestione.
Pochi anni dopo, nel 1615, la Confraternita degli Artisti – una gilda di artigiani e maestri muratori che aveva contribuito alla costruzione degli edifici religiosi della città – fece erigere la chiesa del Cristo Flagellato, arricchendola di opere decorative che ne testimoniano la maestria artistica.

Il XVII secolo si conclude con una svolta significativa: nel 1749, la Regia Udienza, organo amministrativo del Regno, decise di adibire l’edificio a carcere.
Questa trasformazione comportò una serie di modifiche strutturali e funzionali che ne alterarono in modo radicale la destinazione d’uso.

La facciata, ridisegnata alla fine degli anni Trenta del Novecento, sancì la chiusura definitiva dell’accesso alla chiesa del Cristo Flagellato, siglando un’epoca e preannunciando nuove vicende.
Durante il periodo post-bellico, l’ex Ospedale continuò a svolgere la funzione di carcere cittadino.
Un episodio particolarmente significativo vede il poeta e sindaco di Tricarico, Rocco Scotellaro, incarcerato qui per 45 giorni nel 1950, vittima di accuse infondate legate alla difesa dei diritti della popolazione contadina.

Solo negli anni Sessanta, con la dismissione del carcere e la sua trasformazione in sede della Croce Rossa, l’edificio mutò nuovamente funzione, lasciando spazio a nuove speranze e prospettive per il territorio.

L’allestimento temporaneo offre dunque non solo un percorso archeologico, ma anche una riflessione sulla stratificazione storica e sulla memoria collettiva di Matera.

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