La città di Potenza celebra l’inaugurazione della sua “Carta del Potenziale Archeologico”, un documento di importanza capitale per la comprensione e la gestione del patrimonio storico-culturale del territorio.
La presentazione, avvenuta al Teatro Stabile alla presenza delle autorità cittadine e della Direttrice dei Musei della Campania, Luigina Tomay – figura che ne ha promosso la genesi durante la sua esperienza come Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata – segna un momento di svolta per la comunità locale.
La Carta non è semplicemente una mappa, ma il risultato di un’indagine multidisciplinare che intreccia archeologia, geomorfologia, storia e geologia.
Il territorio potentino, plasmato dall’azione del fiume Basento e dei suoi affluenti, custodisce un ricco arazzo di testimonianze storiche che risalgono a epoche remote.
La Carta, dedicata all’archeologo potentino Francesco Antonio Ranaldi, figura chiave per la conoscenza del passato locale, mira a fornire una valutazione integrata di queste tracce, evidenziando le aree di maggiore interesse archeologico e correlazione con i processi geomorfologici che hanno modellato il paesaggio nel corso dei millenni.
L’analisi iniziale si è concentrata sul centro storico di Potenza, sfruttando una combinazione di fonti bibliografiche, dati archivistici e catalogazioni di reperti archeologici.
Un’attenta ricostruzione topografica e geomorfologica, integrata con l’interpretazione di mappe storiche e studi geologici, ha permesso di delineare una visione d’insieme delle stratificazioni storiche e dei loro rapporti con il sottosuolo.
Il risultato di questa complessa operazione è un Catalogo dettagliato dei siti archeologici, un vero e proprio atlante del patrimonio sepolto.
L’Assessore alla Cultura, Roberto Falotico, ha sottolineato come la Carta non rappresenti solo uno strumento per la riscoperta delle radici storiche della città, ma anche un valido supporto per l’edilizia pubblica e le imprese coinvolte in interventi urbanistici.
La sua funzione di “punto di salvaguardia” è cruciale per evitare danni irreparabili al patrimonio archeologico durante le attività di sviluppo infrastrutturale.
Il Sindaco Vincenzo Telesca ha espresso l’importanza della Carta come strumento per la crescita culturale e amministrativa della città, affermando come l’iniziativa, a lungo auspicata, permetta di razionalizzare la gestione del territorio e di integrare la conoscenza del passato nelle scelte urbanistiche future.
Luigina Tomay ha concluso sottolineando come la Carta rappresenti la materializzazione di un’esigenza pluriennale, un passo fondamentale per la comprensione delle dinamiche di popolamento che, nel corso dei secoli, hanno caratterizzato il territorio potentino, in relazione alla sua orografia e alla disponibilità di risorse idriche.
La Carta del Potenziale Archeologico di Potenza non è quindi solo un documento, ma una promessa: quella di un futuro in cui il passato diventi parte integrante dell’identità e dello sviluppo sostenibile della comunità.








