Nel cuore pulsante della campagna materana, un capitolo dimenticato della storia locale rinasce.
La Villa Gattini, testimonianza silente di un passato nobiliare e agricolo, si apre al pubblico con l’inaugurazione del Parco storico rurale Santa Fara, un’iniziativa che intreccia rigore filologico, innovazione tecnologica e valorizzazione del patrimonio immateriale.
L’accesso, lungo la strada provinciale 6 Matera-Gravina, segna l’inizio di un viaggio nel tempo, un’immersione nella cultura rurale lucana.
Questo progetto ambizioso, sostenuto dai fondi del Pnrr – NextGenerationEU e orchestrato congiuntamente dal Ministero della Cultura e dalla Regione Basilicata, ha restituito alla comunità un bene di inestimabile valore storico e architettonico.
Il fulcro dell’intervento è la cappella dedicata a Santa Fara, monaca benedettina originaria della Borgogna (VI-VII secolo), figura di devozione agricola profondamente radicata non solo in Matera, ma anche nelle città limitrofe come Gravina e Bari, dove la sua figura è venerata come patrona della Provvidenza.
Il restauro del simulacro in cartapesta di Santa Fara è un atto di riconsegna alla fede e alla memoria collettiva.
Ma il progetto trascende la semplice riqualificazione di un luogo di culto.
L’avancorpo di Villa Gattini è stato trasformato in uno spazio polifunzionale, pensato per ospitare attività culturali e didattiche, promuovendo un dialogo tra passato e presente.
La villa, già riconosciuta di particolare interesse nel 1991, ha subito un intervento mirato non solo alla conservazione strutturale, ma soprattutto alla sua riscoperta e fruibilità pubblica, coniugando la tutela del patrimonio con la sua apertura alla comunità.
L’approccio adottato è quello di un riuso creativo e organico, che interpreta il bene immobile come un contenitore di storie e memorie da condividere.
Per questo, è stato concepito un racconto multimediale interattivo, progettato per guidare i visitatori attraverso gli ambienti restaurati, offrendo un’esperienza sensoriale e intellettuale arricchente.
Pannelli didattici integrati da immagini e narrazioni audio illustrano la storia dell’edificio, l’ascendenza della famiglia Gattini, la vita e la figura di Santa Fara, e il contesto storico-agricolo che ha plasmato la regione dall’Ottocento al Novecento.
Un elemento particolarmente significativo è l’accenno alla presenza della Scuola Militare Polacca nel 1944, un tassello inaspettato che arricchisce la complessa trama del passato locale.
Il progetto non si configura come un’opera compiuta, ma come un punto di partenza.
La ricerca d’archivio continua, con l’obiettivo di raccogliere ulteriori testimonianze e contributi che possano ampliare e arricchire la narrazione, trasformando il Parco storico rurale Santa Fara in un laboratorio permanente di memoria e identità per la comunità materana.
L’iniziativa si pone, dunque, come un investimento nel futuro, un ponte tra le generazioni, un invito a riscoprire le radici e a coltivare un senso di appartenenza sempre più profondo.







