La Basilicata si trova a fronteggiare una sfida occupazionale complessa, che rischia di compromettere il potenziale di sviluppo di una regione ricca di risorse e identità.
I dati recenti forniti dall’INPS dipingono un quadro allarmante: l’inserimento femminile nel tessuto produttivo privato supera a malapena il 36%, un dato tra i più critici a livello nazionale, mentre l’occupazione giovanile, con meno del 20% di contratti a tempo indeterminato, si colloca in una situazione di marcata precarietà.
Dietro questi numeri si cela una narrazione di opportunità mancate e di un futuro potenzialmente soffocato.
Il dato relativo alla retribuzione media regionale, che si attesta a 18.
869 euro annui, pur rappresentando un valore superiore rispetto ad altre aree del Sud, non attenua le disparità.
Al contrario, evidenzia come i benefici economici non siano equamente distribuiti, gravando in maniera sproporzionata su donne, giovani e individui in condizioni di maggiore vulnerabilità.
L’analisi delle ore lavorative annuali restituisce ulteriori elementi di preoccupazione: i giovani accumulano un numero di settimane lavorative significativamente inferiore alla media, mentre una percentuale rilevante di lavoratrici abbandona il percorso professionale dopo la maternità.
Questa fuga dal mercato del lavoro, unita all’utilizzo limitato (poco più di 2.
000) di congedi parentali e di maternità, segnala una profonda disconnessione tra le esigenze delle famiglie e l’offerta di supporto regionale.
La mera ascolto del territorio, pur necessario, si rivela insufficiente per affrontare la complessità del problema.
Per invertire questa tendenza, si rende urgente l’adozione di un piano straordinario, strutturato attorno a pilastri strategici: investimenti mirati alla formazione professionale, capaci di qualificare le competenze e di allinearle alle richieste del mercato; incentivi concreti e tangibili per le imprese che assumono, con particolare attenzione a donne e giovani; la creazione di servizi di conciliazione vita-lavoro efficaci, che supportino le famiglie e favoriscano la permanenza delle donne nel mondo del lavoro; una reale copertura dei congedi parentali e di maternità, garantendo alle lavoratrici la possibilità di conciliare gli impegni familiari e professionali; e, infine, la promozione di politiche attive per l’impiego, calibrate sulle specificità dei diversi territori lucani, con l’obiettivo di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Un approccio integrato e lungimirante, che coinvolga attivamente istituzioni, imprese e parti sociali, è essenziale per trasformare la sfida occupazionale in un’opportunità di sviluppo sostenibile e inclusivo per l’intera Basilicata.
Il futuro della regione dipende dalla capacità di costruire un modello economico che valorizzi il talento di ogni cittadino, senza lasciare indietro nessuno.