martedì 26 Agosto 2025
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Potenza: Prezzi al Consumo in Crescita, ma con Dinamiche Contrastanti

A Potenza, l’analisi dei prezzi al consumo nel secondo trimestre 2025, condotta con il supporto della Camera di Commercio della Basilicata e resa pubblica da Federconsumatori Basilicata, rivela un quadro economico caratterizzato da dinamiche contrastanti e, al contempo, da una moderazione dell’inflazione rispetto ai periodi precedenti.
L’indagine, frutto di una sorveglianza sistematica sui prezzi praticati nel capoluogo, segnala incrementi significativi in alcune categorie di prodotti alimentari di largo consumo, affiancati da un ribasso in altre, delineando un mercato sensibile alle tensioni globali e alle specificità produttive locali.
L’aumento più marcato si osserva nel comparto delle carni avicole, con un incremento del 5,4% per il pollo, mentre la carne di vitello registra un aumento più contenuto del 3,3%.

Questo dato riflette probabilmente l’impatto dei costi di produzione, legati all’aumento dei mangimi e dell’energia.

Il settore della pesca subisce anch’esso rialzi consistenti, con gli acciughe che vedono un aumento del prezzo del 12,1%, le cozze italiane del 9,4% e le seppie dell’8%.

Questa impennata è attribuibile a una combinazione di fattori, tra cui la diminuzione delle catture, l’aumento dei costi di trasporto e la domanda estera.
La crescente difficoltà nel reperire materie prime, esacerbata dalle turbolenze geopolitiche, si fa sentire anche sul prezzo del caffè, che continua la sua tendenza al rialzo.

I formaggi tradizionali, pilastri dell’alimentazione regionale, non sfuggono a questa tendenza, con incrementi rispettivamente dell’1,4% (mozzarella di latte vaccino) e del 3,4% (pecorino romano), segnale di un aumento dei costi di produzione lattea e delle difficoltà nel mantenimento dei tradizionali processi di lavorazione.
Tuttavia, un raggio di speranza emerge dal settore orticolo.

I prezzi di pomodori ciliegini, insalata cappuccio e zucchine costolute registrano cali significativi, rispettivamente del 15,6%, del 16,1% e del 10,7%.
Questa diminuzione può essere interpretata come il risultato di una maggiore offerta, legata forse a una stagione favorevole, o a strategie commerciali volte a stimolare la domanda.

Anche angurie, pesche e ciliegie risultano più accessibili rispetto all’anno precedente, offrendo un beneficio concreto per i consumatori.
Un’eccezione negativa in questo contesto è rappresentata dai kiwi, il cui prezzo registra un aumento del 19,8%, probabilmente a causa di fattori specifici legati alla produzione e alla distribuzione.

Nel complesso, la variazione dell’indice generale dei prezzi al consumo si attesta al +1,8%, un dato che, pur superando leggermente la media regionale (+1,5%) e nazionale (+1,6%), rimane al di sotto della soglia di stabilità del 2% definita dalla Banca Centrale Europea.

Questo scenario, pur complesso, suggerisce un tentativo di stabilizzazione, anche se la vulnerabilità dei mercati alimentari globalizzati rimane una costante di riferimento per il costo della vita in Basilicata.

La gestione di questi flussi è fondamentale, se non inflazionistica.

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