La rinuncia di Francesca Di Lucchio alla presidenza del Parco Naturale Regionale del Vulture segna una cesura significativa nella gestione di un’area di pregevole importanza ambientale, storica e culturale.
La decisione, assunta a seguito di un ponderato processo di riflessione, non è frutto di un impulso momentaneo, ma emerge da una crescente percezione di incongruenze strutturali che ne impediscono l’ulteriore sviluppo secondo i principi di visione e sostenibilità che l’hanno sempre contraddistinta.
L’abnegazione e l’impegno profuso in questi quasi due anni di mandato hanno permesso di realizzare interventi cruciali, gettando le basi per un futuro più prospero per il territorio vulcanico.
Si tratta di un’area complessa, crocevia di interessi agricoli, economici e turistici, nonché custode di un patrimonio geologico unico e di una biodiversità da tutelare con rigore.
Tuttavia, la concreta possibilità di perseguire questi obiettivi si è progressivamente rivelata compromessa da dinamiche politiche che hanno eroso il clima di fiducia e la condivisione strategica necessari per affrontare le sfide con efficacia.
La reticenza di Di Lucchio a lasciare la carica non è sfuggita al suo acume amministrativo.
La consapevolezza di non poter più operare in un contesto improntato alla collaborazione e alla coerenza politica, elementi imprescindibili per un’azione di governo responsabile, l’ha indotta a compiere un gesto che, pur doloroso, appare come l’unica via per preservare l’integrità del progetto park.
Un ringraziamento sentito va rivolto al personale del Parco, un team di professionisti appassionati e dediti, che con il loro lavoro quotidiano hanno dimostrato un profondo legame con il territorio.
La loro motivazione e la loro competenza rappresentano una risorsa preziosa, imprescindibile per il futuro del Parco.
La decisione di lasciare l’incarico è dettata dalla volontà di garantire un ricambio di leadership in grado di ricostruire un solido consenso politico, elemento fondamentale per affrontare le sfide che attendono il Parco.
Si tratta di un passo indietro necessario, una scommessa sulla possibilità di un futuro in cui l’interesse generale prevalga su logiche di parte e di convenienza.
Il Parco del Vulture, con la sua ricchezza paesaggistica, la sua storia millenaria e le sue potenzialità inespresse, merita una gestione trasparente, partecipata e lungimirante.
Francesca Di Lucchio, pur lasciando la presidenza, rimane profondamente ancorata a questo territorio e confida nella capacità della comunità di ritrovare l’unità e la determinazione necessarie per costruire un futuro di crescita sostenibile e di prosperità condivisa.
L’auspicio è che la sua rinuncia possa fungere da catalizzatore per una riflessione più ampia sul ruolo delle istituzioni e sulla necessità di un impegno civico più attivo e responsabile.








