mercoledì 10 Settembre 2025
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Lucano squalificato: polemiche e appello per il sindaco di Riace

La vicenda di Domenico Mimmo Lucano, figura complessa e controversa nel panorama politico e sociale calabrese, si è concretizzata in una squalifica dalle prossime elezioni regionali.
Le commissioni elettorali, attive presso i Tribunali di Reggio Calabria e, parallelamente, di Costanza, hanno emesso una decisione inequivocabile: l’esclusione formale di Lucano dalle liste di Avs, impedendogli di concorrere per un seggio nell’assemblea regionale.

Questa decisione, apparentemente procedurale, affonda le sue radici in una spirale legale che coinvolge la figura del sindaco di Riace e una sentenza che lo condanna a diciotto mesi di reclusione per falsità ideologica, emessa nell’ambito del cosiddetto processo Xenia, un’inchiesta che ha indagato sulla gestione dei flussi migratori nel suo comune.
La legge Severino, normativa introdotta a seguito di vicende giudiziarie di rilevanza nazionale, prevede proprio l’incompatibilità di figure condannate a determinate pene con l’esercizio di incarichi pubblici, e in questo caso ha operato nel modo previsto.

La vicenda solleva interrogativi profondi non solo sul piano giuridico, ma anche su quello etico e politico.

Lucano, noto per il suo impegno umanitario e per l’accoglienza dei migranti a Riace, si era presentato come candidato nelle circoscrizioni sud e nord della Calabria, sperando di tradurre il suo impegno sociale in una rappresentanza politica.

La sua candidatura, sebbene controversa, aveva generato un dibattito acceso sull’impegno civico, sulla giustizia sociale e sul ruolo delle istituzioni nell’accoglienza e nell’integrazione.
La decisione delle commissioni elettorali, pur essendo giuridicamente vincolante, ha acceso polemiche e sollevato interrogativi sulla sua applicazione, soprattutto alla luce del ruolo sociale e dell’impegno umanitario di Lucano.

La sua esclusione dalla corsa elettorale, infatti, priva il dibattito politico regionale di una voce spesso critica e dissonante, capace di portare all’attenzione temi fondamentali per il futuro della Calabria.

Gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Saitta, legali di Lucano, hanno prontamente attivato un percorso di opposizione, presentando ricorso alle Corti d’appello di Reggio Calabria e Catanzaro.

Questo atto legale mira a ottenere il reinserimento del loro assistito nelle liste elettorali, contestando, implicitamente o esplicitamente, la legittimità dell’applicazione della legge Severino nel caso specifico, e sollevando, in ultima analisi, la questione della proporzionalità e dell’equità della sanzione applicata.

L’esito di questi ricorsi sarà determinante per definire ulteriormente i confini tra il diritto di candidarsi e le conseguenze di una condanna penale, in un contesto politico e sociale sempre più complesso e polarizzato.

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