Il riconoscimento di Matera come Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo nel 2026 rappresenta un’opportunità strategica di portata ineguagliabile per la città, la regione Basilicata e l’intero bacino del Mediterraneo.
I consiglieri comunali di opposizione, consapevoli del potenziale trasformativo di questo traguardo, hanno formalmente richiesto la convocazione di un Consiglio comunale aperto, un’occasione imprescindibile per avviare un ampio dibattito pubblico e definire una visione condivisa per il futuro.
La designazione, lungi dall’essere un mero onore simbolico, impone una riflessione profonda e un impegno concreto per costruire un modello di sviluppo culturale sostenibile, inclusivo e radicato nel territorio.
I promotori dell’iniziativa sottolineano la necessità di un processo decisionale trasparente e partecipativo, che coinvolga attivamente tutte le componenti sociali ed economiche del territorio.
Questa visione si discosta radicalmente da un approccio elitario o burocratico, aspirando a un’effettiva co-creazione di politiche culturali.
L’eredità di Matera 2019, pur avendo segnato un punto di svolta nella riscoperta e valorizzazione del patrimonio culturale lucano, non deve essere considerata un punto d’arrivo, bensì un trampolino di lancio per nuove sfide.
È fondamentale estrarre lezioni, consolidare le competenze acquisite e superare le criticità emerse, proiettando Matera verso un futuro in cui la cultura diventi motore di crescita economica, di inclusione sociale e di dialogo interculturale.
La governance del progetto Matera Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026 richiede un approccio innovativo, che superi le tradizionali divisioni istituzionali e promuova la collaborazione tra enti pubblici, operatori culturali, fondazioni, università, associazioni di volontariato e, soprattutto, la cittadinanza attiva.
È necessario creare un tavolo di concertazione permanente, capace di raccogliere le istanze del territorio e di tradurle in progetti concreti e finanziabili.
La convocazione del Consiglio comunale aperto non è solo una formalità, ma un atto di responsabilità verso la comunità.
I consiglieri promotori suggeriscono un ampio spettro di invitati, includendo rappresentanti regionali e provinciali, la Fondazione Matera-Basilicata 2019, l’APT, istituzioni culturali, il terzo settore, le università lucane e pugliesi, le facoltà teologiche e, crucialmente, una rappresentanza diversificata della cittadinanza, al fine di garantire una pluralità di voci e prospettive.
In linea con le istanze espresse dalle 69 organizzazioni firmatarie dell’appello per Matera Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026, i consiglieri comunali auspicano un’attenta valutazione e un’integrazione delle loro proposte nel documento programatico del Consiglio comunale, con l’obiettivo di raggiungere un’approvazione unanime che testimoni la condivisione di una visione comune e l’impegno di tutti a realizzare un futuro prospero e culturalmente ricco per Matera e per la regione.
La discussione non deve limitarsi alla celebrazione di un riconoscimento, ma deve focalizzarsi sulla definizione di strategie operative, indicatori di performance e meccanismi di controllo che assicurino la massima efficacia e trasparenza del progetto.