La riqualificazione dell’area ex Vivalat a Potenza si configura non come un semplice intervento urbanistico, ma come un progetto di rigenerazione sociale ed economica per l’intera comunità lucana.
La mozione, in discussione il 16 settembre al Consiglio Regionale, presentata dal consigliere Alessandro Galella, ambisce a trasformare un sito industriale dismesso, testimone di un passato produttivo ormai spento, in un ecosistema dinamico e inclusivo, capace di generare opportunità e stimolare lo sviluppo locale.
L’area, che si estende su circa 40.000 metri quadrati, di cui 8.000 coperti, rappresentava una ferita aperta nel tessuto urbano di Potenza, un simbolo di abbandono e degrado dal 1994, quando cessò la produzione presso la ex Centrale del Latte, di proprietà regionale.
Il progetto di Galella non si limita alla mera ristrutturazione degli edifici esistenti; si propone di ridefinire la funzione stessa del luogo, concependolo come un polo multifunzionale aperto alla cittadinanza.
L’idea cardine è la creazione di un laboratorio del futuro, un luogo dove il civismo si intreccia con l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale.
Si prevede l’istituzione di spazi dedicati alla formazione professionale, rispondendo alle pressanti richieste del mercato del lavoro con corsi mirati e specializzati.
L’attenzione alla ricerca e al dibattito pubblico è un altro elemento cruciale, finalizzato a promuovere una cultura partecipativa e consapevole.
Un elemento distintivo del progetto è l’integrazione di spazi di coworking, destinati a professionisti, freelance e startup, favorendo la contaminazione culturale e la nascita di nuove sinergie.
Non mancheranno laboratori artigianali e di creatività, con un focus sull’apprendimento di arti e mestieri tradizionali e sulle nuove professionalità emergenti, spesso difficilmente accessibili attraverso i canali formativi convenzionali.
La fattibilità economica del progetto, come sottolineato da Galella, si fonda sull’accesso a risorse finanziarie pubbliche.
In particolare, si intende attingere al Fondo di Coesione destinato alla Basilicata, richiedendo un finanziamento che potrebbe variare tra i 5 e i 10 milioni di euro.
Questo approccio, volto a sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’Unione Europea, testimonia l’impegno a realizzare un intervento di ampia portata nel breve termine.
Il coinvolgimento dell’Agenzia del Demanio è considerato un fattore chiave per accelerare le procedure e garantire l’efficienza dell’operazione.
In definitiva, la riqualificazione dell’area ex Vivalat non è solo una questione di recupero immobiliare, ma un investimento strategico nel futuro di Potenza e dell’intera regione, un catalizzatore di sviluppo sociale, economico e culturale, capace di restituire dignità e speranza a un’area che troppo a lungo ha sofferto di abbandono e disinteresse.
L’obiettivo è creare un modello di rigenerazione urbana che possa essere replicato in altri contesti, contribuendo a costruire un futuro più sostenibile e inclusivo per la Basilicata.