L’era delle soluzioni individuali è obsoleta: la complessità delle sfide globali contemporanee – sicurezza, sostenibilità, resilienza – impone un approccio cooperativo, un’intelligenza collettiva che trascenda i confini regionali e nazionali.
È in quest’ottica che il governatore lucano, Vito Bardi, in veste di vicepresidente del Simposio Europeo delle Regioni Nereus, ha ribadito la necessità di un’azione concertata, sottolineando come nessuna entità, per quanto dotata di risorse, possa affrontare da sola la portata di tali problematiche.
Il Simposio, celebratosi a Ponta Delgada (Portogallo) con il titolo evocativo “New Space for Multiple Challenges: Resilience e Sustainability”, ha rappresentato un crocevia di competenze, riunendo rappresentanti di istituzioni europee, autorità regionali, imprese innovative, startup all’avanguardia, università e centri di ricerca.
L’obiettivo primario è stato esplorare il ruolo cruciale delle tecnologie spaziali nel rispondere alle esigenze emergenti, non solo in termini di innovazione tecnica, ma anche di trasformazione culturale e amministrativa.
Il progetto proposto dal governatore Bardi, già presentato in precedenza presso il centro Esrin dell’Agenzia Spaziale Europea, mira a istituzionalizzare un percorso formativo dedicato a funzionari e dirigenti pubblici, focalizzato sull’analisi e l’applicazione dei dati geospaziali e delle applicazioni derivanti dall’osservazione della Terra.
Non si tratta semplicemente di adottare nuove tecnologie, ma di promuovere una vera e propria rivoluzione nella cultura amministrativa, orientando le decisioni pubbliche verso una maggiore tempestività, efficacia e sostenibilità.
L’approvazione del progetto da parte del consiglio di amministrazione di Nereus testimonia il suo potenziale di diventare un modello replicabile per altre regioni europee, in linea con la nuova strategia europea per lo spazio e il programma Iride, l’ambiziosa costellazione satellitare italiana.
Il potenziale offerto dall’economia spaziale è incommensurabile, abbracciando ambiti che vanno dalla prevenzione di catastrofi naturali alla gestione ottimale delle risorse idriche, dall’agricoltura di precisione al monitoraggio continuo del territorio.
Tuttavia, questo potenziale rischia di essere vanificato se non accompagnato da investimenti mirati nella formazione del personale pubblico, garantendo che i decisori abbiano le competenze necessarie per interpretare i dati e prendere decisioni informate.
L’iniziativa del governatore Bardi si inserisce in un contesto più ampio, come dimostra l’esperienza del primo Master europeo in Osservazione della Terra, nato presso l’Università della Basilicata sotto la guida del professor Valerio Tramutoli.
Questo programma, offerto in lingua inglese, ha già attratto candidati da ogni angolo del mondo, confermando la leadership dell’Europa nella formazione di una nuova generazione di professionisti del settore spaziale.
Nereus, in questa prospettiva, si configura come lo strumento più concreto per rafforzare la competitività europea nello scenario globale dell’economia spaziale, un settore in rapida espansione e di cruciale importanza per il futuro.
È un investimento strategico, una scommessa sulla capacità dell’Europa di plasmare il futuro, anziché subirlo.