Potenziale sfruttamento delle risorse termali a Torino: cittadini attenti si rivolgono alle istituzioni.

Date:

24 luglio 2024 – 08:45

In una Torino ricca di storia e tradizioni, un cittadino attento si rivolge alle istituzioni e alle università per sensibilizzare sul potenziale sfruttamento delle risorse termali presenti nel sottosuolo della città. Con riferimento all’area Millefonti, dove l’acqua calda è stata intercettata a oltre 2500 metri di profondità durante gli scavi per le colonne di Palazzo Nervi, si evidenzia la possibilità di utilizzare questa risorsa in modo vantaggioso. A differenza di località come Abano e Montegrotto, dove l’acqua termale viene estratta a 300-400 metri di profondità, a Torino si potrebbe beneficiare di un giacimento termale a media entalpia per fini energetici. Grazie alle moderne tecnologie disponibili, sarebbe possibile sfruttare questa risorsa per il riscaldamento o il raffreddamento del palazzo Nervi e delle strutture circostanti.Nel contesto urbano torinese, un altro cittadino esprime preoccupazione per la situazione legata allo spaccio nella zona Nizza Bengasi. Descrive con tono tragicomico le scene che si susseguono quando le forze dell’ordine intervengono per contrastare l’illegalità: i trafficanti fuggono su bici e monopattini alla vista delle volanti, creando un balletto surreale tra inseguimenti e fughe. Emergono dubbi sulle intenzioni degli agenti e sulle regole d’ingaggio adottate in queste operazioni, alimentando timori futuri riguardo all’ordine pubblico.Spostandoci lungo il Po Antonelli, un’altra voce cittadina denuncia il degrado urbano rappresentato da due cabine telefoniche abbandonate e danneggiate da atti vandalici. La richiesta è chiara: rimuovere queste strutture diventate simbolo di incuria e abbandono.Infine, una residente della zona Aurora solleva il problema del disturbo notturno causato da rumori provenienti dalla Dora, attribuiti a presunti rave party organizzati in un centro sociale della zona. Le autorità competenti sembrano disorientate sulla gestione della situazione: la nuova legge non sarebbe applicabile, mentre la Polizia di Stato sembrerebbe seguire il caso senza intervenire direttamente. Sorgono quindi interrogativi sul significato di “centro sociale” e sulla legittimità dell’emissione dei rumori molesti oltre l’orario consentito.Le voci dei cittadini torinesi narrano storie diverse ma convergenti sulla necessità di tutelare il patrimonio urbano e garantire la sicurezza e la qualità della vita nella città sotto la Mole Antonelliana.

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