18 settembre 2024 – 21:45
Durante il processo sulle presunte torture inflitte agli detenuti del padiglione C del carcere Lo Russo e Cutugno, le vittime prendono la parola per raccontare le violenze subite. Detenuti ed ex detenuti si alternano come testimoni, convocati dal pm Francesco Pelosi che accusa 22 poliziotti di tortura. Il primo a salire sul banco dei testimoni individua il suo presunto aguzzino in una foto. “Quando mi picchiavano cercavo di non guardarli negli occhi. Ma lui lo riconosco” sussurra con voce incerta. È la prima volta che le vittime stesse indicano i responsabili delle violenze, senza intermediari. Coloro che sono stati rilasciati parlano con più franchezza, mentre chi è ancora dietro le sbarre sceglie con cura le parole, talvolta ritrattando quanto dichiarato anni prima.Un ex detenuto, medico di professione, depone con lucidità riguardo agli abusi osservati durante la sua permanenza in carcere. “Ho visto un prigioniero costretto a stare con il volto contro il muro per 30-40 minuti durante l’ora d’aria, mentre gli agenti sorvegliavano. Io ero con altri detenuti ma nessuno di noi osava avvicinarsi per timore di rappresaglie” rivela con voce ferma.Per gli stessi reati tre poliziotti sono già stati processati con il rito abbreviato e nel loro caso l’accusa di tortura è stata scartata. Nel settembre 2023 il giudice ha assolto dall’accusa di favoreggiamento l’ex comandante Giovanni Battista Alberotanza, ha inflitto una multa di 300 euro per omissione di denuncia all’ex direttore dell’istituto Luigi Minervini e ha condannato ad 9 mesi più una multa di 300 euro per abuso di autorità l’agente Alessandro Apostolico.