La sentenza della gip Agnese Di Girolamo risulta particolarmente delicata per Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli, i quali si trovano ad essere indagati con l’accusa di aver fornito supporto a Massimiliano, un 44enne affetto da sclerosi multipla. Lo scopo di questa operazione risiede nel consentire all’uomo, malato terminale, di intraprendere il viaggio verso la Svizzera per poter accedere al suicidio assistito, pratica che risulta tuttora oggetto di dibattito legale in Italia.La gip ha stabilito nella sua ordinanza che l’opzione del suicidio assistito non possa essere considerata una scelta in linea con le direttive sanitarie vigenti nel nostro paese. Ciò è dovuto al fatto che Massimiliano non risulta essere in trattamento di sostegno vitale, il quale deve necessariamente avere un legame stretto con la natura vitale e il cui intervento o omissione avrebbe delle conseguenze mortali immediate.Il gip ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura in relazione alle posizioni dei tre imputati, decidendo di procedere all’imputazione coatta. In questo modo, la giustizia chiede al pubblico ministero di formulare l’accusa nei confronti degli indagati entro un termine massimo di 10 giorni. Se trovati colpevoli, gli imputati rischiano una condanna che può variare tra cinque e dodici anni di carcere.La sentenza della gip è oggetto di attenzione da parte delle associazioni che difendono i diritti degli individui malati terminale. La Corte Costituzionale ha recentemente ampliato l’interpretazione del concetto di trattamento di sostegno vitale, tuttavia la gip di Firenze non ritiene che Massimiliano possa essere considerato sottoposto a tale trattamento.La decisione è stata criticata da associazioni e movimenti per i diritti degli individui malati terminale. Essi sostengono che il suicidio assistito deve essere una scelta consentita agli individui in grado di esprimere un consenso informato e libero, senza ostacoli imposti dalla legge vigente.La sentenza della gip è solo uno degli aspetti della questione. La discussione sul diritto al suicidio assistito è ancora molto viva in Italia e non risulta chiaro se il paese sarà presto in grado di modificare le leggi per consentire ai malati terminale l’accesso a tale pratica.La scelta del suicidio assistito rimane tuttora un tema controverso. Gli imputati, che hanno fornito supporto a Massimiliano per accedere al suicidio assistito in Svizzera, potrebbero essere puniti con una condanna fino a 12 anni di reclusione.
Processato un italiano affetto da sclerosi multipla per averne favorito il viaggio verso la Svizzera: rischio reclusione
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