17 settembre 2024 – 19:45
Nella sala del tribunale si trovano i principali esponenti dell’anarchia torinese, ma anche il noto attivista romano Pasquale Valitutti. Il settantasettenne deve rispondere all’accusa di istigazione a delinquere per tre interviste rilasciate a una giornalista dell’Huffington Post e al programma radiofonico La Zanzara tra gennaio e febbraio 2023, in cui minacciava vendetta contro coloro che sono coinvolti direttamente o indirettamente nell’omicidio di Alfredo, la cui salute stava peggiorando in quei giorni. Davanti alla giudice Irene Gallesio sono presenti anche gli avvocati delle parti civili danneggiate. Il magistrato ha accolto le richieste di costituzione di parte civile avanzate dal Comune, Gtt, Ministero degli Interni, Reale Mutua e da un privato cittadino il cui veicolo era stato distrutto durante gli scontri. Secondo quanto emerso dalle indagini della Digos, in quel giorno migliaia di manifestanti si erano radunati in piazza Solferino e avevano marciato sotto uno striscione rinforzato con scudi di plexiglass. Arrivati in via Cernaia, nei pressi del giardino La Marmora, centinaia di persone si erano coperte il volto con passamontagna, caschi e maschere antigas, armati di scudi e mazze. Per alterare l’andamento della manifestazione è stato steso un enorme lenzuolo bianco durante una breve pausa del corteo. Secondo l’accusa, l’obiettivo era creare un apparato paramilitare sia davanti che dietro al corteo per preparare uno scontro con le forze dell’ordine schierate per mantenere la pace pubblica e sostenere violenti scontri nelle vie centrali di Torino. Le vetrine della Reale Mutua erano state distrutte a colpi di martello, diversi negozi erano stati saccheggiati in via della Consolata e corso Regina, così come la filiale bancaria Intesa Sanpaolo a Porta Palazzo. Barricate con bidoni dell’immondizia erano state erette sulla carreggiata e alcuni incendi appiccati ai contenitori. Il totale dei danni alla fine della giornata ammontava a 630 mila euro.