18 dicembre 2024 – 08:45
Durante la lunga requisitoria, sostenuta con grande determinazione dai magistrati Manuela Pedrotta ed Emilio Gatti per quasi otto ore, si è potuto assistere a un’atmosfera carica di tensione e significato. Al termine dell’udienza, mentre gli imputati e i loro sostenitori erano ancora presenti in aula, si è levata una vibrante esecuzione del celebre canto partigiano “Bella ciao”, simbolo di resistenza e lotta. Per la procuratrice, i soggetti coinvolti sono da considerarsi come i vertici di un’organizzazione il cui pilastro fondante è l’utilizzo della violenza come strumento per perseguire i propri fini politici.Nel corso delle argomentazioni presentate in aula, ben sedici dei ventotto imputati sono stati accusati di associazione a delinquere, evidenziando così la presenza di una struttura organizzativa complessa e gerarchica. I giudici hanno voluto sottolineare che il processo non riguardava soltanto il centro sociale Askatasuna, bensì un gruppo di individui che si sono organizzati in maniera simile a quella di un partito politico al fine di imporre la propria visione politica attraverso mezzi violenti.Durante la requisitoria sono state dettagliatamente ricostruite una serie di azioni avvenute tra il 2019 e il 2021 contro i cantieri del Tav nella valle di Susa, dimostrando così la costanza e la determinazione nel portare avanti una protesta radicale contro progetti ritenuti dannosi per l’ambiente e per le comunità locali. La complessità delle dinamiche emerse durante l’udienza ha evidenziato quanto profonde siano le motivazioni che spingono certe persone ad agire al di fuori dei canoni legali per difendere le proprie convinzioni politiche.