Il processo ai tre ex brigatisti rossi per la sparatoria alla Cascina Spiotta del 1975, che causò la morte dell’appuntato dei carabinieri Giovanni d’Alfonso, è stato fissato per il 25 gennaio a Torino. Renato Curcio e Mario Moretti, figure di spicco dell’organizzazione, insieme al militante Lauro Azzolini, affronteranno il giudizio della Corte d’Assise ad Alessandria. Pierluigi Zuffada è stato invece prosciolto poiché l’accusa formulata dalla procura è considerata prescritta. Questo evento riapre ferite ancora aperte nel tessuto sociale italiano, portando alla luce episodi oscuri di un passato non così lontano. La memoria collettiva si confronta con le cicatrici lasciate da quegli anni di piombo, in cui il terrorismo politico ha segnato profondamente la storia del nostro Paese. Il dibattito su come affrontare questo capitolo doloroso continua a dividere l’opinione pubblica tra coloro che chiedono verità e giustizia e chi preferirebbe voltare pagina e guardare al futuro. La giustizia deve fare il suo corso, ma anche la società nel suo complesso deve trovare modi per elaborare e superare le tragedie del passato senza dimenticare né negare quanto accaduto. Soltanto attraverso una riflessione profonda sulle nostre radici storiche possiamo costruire un futuro più consapevole e solidale.
“Processo ex brigatisti rossi per sparatoria Cascina Spiotta: memoria, giustizia e futuro”
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